Francesco in Africa. Viaggio nel futuro

Un programma intensissimo per il viaggio del papa nel continente con una popolazione giovanile da record mondiale e dove i cattolici continuano ad aumentare. Le tante sfide aperte del dialogo e della pace che attendono Bergoglio  
Francesco in Africa. Viaggio nel futuro

Con l’arrivo allo Jomo Kenyatta International Airport, papa Francesco comincia il primissimo viaggio apostolico nel Sub-Sahara, nel quale visiterà ilKenya, l’Uganda e la Repubblica Centrafricana.

Il pontefice argentino ha scelto il Kenya come  sua “porta d’ingresso” al continente della speranza.

L'ex presidente Mwai Kibaki ha definito l’evento come una svolta per i keniani. «Oltre ad essere uno dei tre paesi privilegiati per ospitare il santo padre nella sua visita inaugurale in Africa, il Kenya sarà il suo primo punto affermando così la sua posizione come ingresso verso  l'Africa».

MonsignoreFilipp Anyolo, presidente della Conferenza dei vescovi cattolici del Kenya, ha invitatato «la Chiesa cattolica e gli uomini di buona volontà a prepararsi spiritualmente perché questo passaggio del papa segni profondamente tutto il popolo ; crediamo che sarà un momento di rinnovamento spirituale per tutti noi».

 

Dal 19 ottobre scorso, quando il vaticano ha confermato le date di questo viaggio, dal 25-27 novembre, il Kenya, dal 27-29 Uganda e dal 29-30 la Repubblica Centrafricana, inumerevoli analisi hanno accompagnato questo annuncio. 

 

Che cosa ci si pùo aspettare dal viaggio di Papa Francesco in Africa, un continente che conosce poco? si chiedono alcuni giornalisti.

Il cardinale Laurent Monsengwo, arcivescovo di Kinshasa, Repubblica democratica del Congo e consigliere del Papa nella sua commissione di nove cardinali (soprannominato il C9), risponde così: «Il Santo Padre non conosceva gran parte dell'Africa, è vero. Ma ciò che è veramente favoloso è che egli va dove si soffre. Se non fosse stato per l'epidemia di Ebola, ci sarebbe già andato molto prima. Nella Repubblica centrafricana, un Paese in cui si è cercato di avviare un processo di riconciliazione che in qualche modo sta funzionando, il papa sa che è complicato, che la gente ha sofferto, allora ci va! In Uganda, si celebrerà il 50 ° anniversario dei martiri del Paese e la fondazione del Simposio delle Conferenze Episcopali di Africa e Madagascar (Secam), promossi al tempo da papa Paolo VI a Kampala. Mi aspetto che si aprano nuovi orizzonti».  

Una linea chiara dunque che esprime la chiave di lettura di questo viaggio da scoprire nel programma e nella scelta delle attività che il papa compirà. Per questo suo primo viaggio nel continente nero, il papa ha scelto tre Paesi con una grande comunità cattolica afflitta da varie tensioni. Entrerà perciò a far parte, come pastore assieme al popolo nella scrittura di nuova pagina della storia dell’Africa oggi nel contesto mondiale. Condividere gioie, celebrare successima anche guardare alle sfide e sofferenze per mettersi in cammino nella costruzione della speranza e nella ricerca di soluzioni dei problemi che gli stanno a cuore.

Ci si aspetta dal suo messaggio una risonanza in tutti i settori della vita, dalla gestione dei beni comuni alla politica, all'educazione, la sanita e la responsabilizzazione economica, al  dialogo e rapporti interreligiosi ecc.

Il Kenya riveste un posto privilegiato in questo momento storico di sfide sociali e politiche. Sta, infatti, lottando contro Al-shabab che ha intensificato gli attacchi mortali negli ultimi anni. Monsignor Alfred Rotich presidente dellasegreteria che si sta occupando della visita del papa, ha affermato che i keniani attendono un messaggio di speranza e di solidarietà da parte di papa Francesco. «Egli sarà qui per portarci un messaggio di speranza soprattutto ai giovani e ai poveri. Durante la nostra visita ad limina a Roma, il papa ci aveva fatto delle domande sull'attacco terroristico di Garissa e ha detto che egli verrà a confortare il popolo del Kenya».

Nella Repubblica Centrafricana, questa visita avviene in un contesto politico teso. In un Paese afflitto da elevate tensioni interne, il discorso che il papa pronuncerà il 30 novembre nella moschea centrale nella capitale Bangui, viene atteso come un forte segnale simbolico.

Il papaincontrerà tre capi di Stato: Uhuru Kenyatta, Yoweri Museveni e Catherine Samba-Panza. Si rivolgerà al corpo diplomatico e, daappassionato sostenitore della cura del Creato, visiterà anche la sede del Programma per l'ambientedelle nazioni unite (Unep) a Gigiri per discutere le sfide e le strategie mondiali.

In ogni nazionecelebrerà una messa pubblica dove si aspettano migliaia di fedeli, terrà vari incontri con i leader religiosi, tra cui cristiani, musulmani, indù e tradizionalisti per discutere le sfide della tolleranza religiosa e le strategie verso la coesistenza.

Per esempio in Uganda, papa Francesco visiterà i santuari anglicani e cattolici per onorare la memoria dei giovani martiri: 23 anglicani e 22 uccisi per la loro fede, su ordine del Re Mwanga II tra il 1885 e il 1887.

Per tanti Ugandesi, questo gesto di Francesco, è un ricordo gioioso del lontano 1969, quando papa PaoloVI, che ha canonizzato i 22 martiri, i primi santi africani, fu il primo pontefice a metter piede sul suolo africano. In quella occasione visitò i santuari dei martiri anglicani adiacente al santuario dei martiri cattolici e inserì un pittogramma di legno per riconoscere martiri anglicani. Fino a oggi, il pittogramma è nella chiesa anglicana vicino al cimitero dei martiri.

I poveri, i sofferentinon possono mancare all’appuntamento; venerdì 27, Francesco si recherà in visita a Kangemi una baraccopoli alle periferie di Nairobi, che ospita650 mila  persone. In Uganda, è in programma una sua visita ad una casa per disabili in Nalukolongo, un sobborgo della capitale Kampala. E nella Repubblica Centrafricana invece, visiterà un campo profughi.

Il papa incontrerà una moltitudine di giovani. Un nuovo rapportodell'Unicef ha affermato che l'Africa hapiù persone di età inferiore ai 20 anni che in tutto il mondo e la popolazione del continente è destinato a raddoppiare a due miliardi entro il 2050. In pochi decenni l'Africa avrà più giovani rispetto a qualsiasi altro continente.  

I giovani hanno lavorato per la venuta di Francesco e hanno invaso i social media per condividere non solo il loro entusiasmo, ma anche le loro aspettative e preghiere per le intenzioni del papa.

Secondo un nuovostudio dal Centro per la ricerca applicata all'apostolato, l’ Africa e l’Asia, hanno un numero più alto dei cattolici nel mondo.Il rapporto afferma che dal 1980 il numero dei cattolici in Africa è cresciuto del 238 per cento.

Cosa potrebbe significare questo passaggio di papa Francesco nel continente?  Mwai Kibaki, crede che «questa visitaeccezionale di papa Francesco ci offre un'occasione unica per apprezzare nuovamente il nostro paese, regione e il continente di nuovo. Questa è l'occasione per apprezzare la nostra patria e riaffermare il nostro destino comune con l’umanità intera».
 

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