Francesco d’Assisi, un genio dello spirito

In dialogo con Massimiliano Varrese, interprete del poverello d’Assisi nel musical “Chiara e Francesco - L’Amore quello vero”
Chiara e Francesco - L’Amore quello vero - musical

Massimiliano Varrese, premio teatrale “Vittorio Gassman” per la sua  innovativa e originale interpretazione del musical "Tre metri sopra il cielo", protagonista sul grande schermo di "Fuoco su di me" di Lamberto Lambertini e di una serie di fiction televisive, sarà Francesco d’Assisi in un interessante musical della stessa casa di produzione del successo mondiale "Forza venite gente". Una svolta per la sua carriera di artista. È lui stesso a parlarcene: «Qualcosa dentro di me mi spingeva a star lontano da tutto ciò che aveva caratterizzato la mia vita fino ad allora. Ho ricominciato a studiare, riprendendo anche la passione che avevo per le discipline naturali ed ho preso una specializzazione importante che mi porta oggi a collaborare con alcuni medici. Nello stesso tempo ho cercato di realizzare artisticamente i lavori che desideravo. Ho scritto col mio amico Francesco Serino il libro "L’estate è già finita" ed è nato un progetto teatrale in collaborazione con il maestro Maurizio Mastrini, "Processi inversi", sulle poesie di Diego Maria Porena. Ultimamente sono stato protagonista al cinema di un dramma psicologico, "Il mistero di Laura", di Giovanni Galletta».
 
E oggi la grossa novità…
«Al pensiero mi viene ancora la pelle d’oca, perché si è trattato di una coincidenza particolare. In questa ricerca nuova per la mia vita di artista, mi sono detto un giorno: mi piacerebbe interpretare Francesco d’Assisi. E con mia grande gioia mi è stato proposto di interpretare Francesco nel musical “Chiara e Francesco – L’amore quello vero”, che è stato presentato in anteprima mondiale a Rimini il 29 settembre scorso, nell’ambito del Festival francescano. Il fascino della sua figura mi giungeva da lontano, forse dalla mia fanciullezza, dall’amore che ritrovavo per la natura e anche dal personaggio di Eugenio in "Fuoco su di me", che è stato  il primo personaggio importante che ho interpretato sul grande schermo e che somigliava un po’ a Francesco. Una somiglianza interiore. Eugenio scampato al naufragio si trova sull’isola di Procida e viene accolto e curato da un frate francescano che vive da eremita. Eugenio chiede al frate: “Come si fa ad abbandonare tutto?”. E il frate gli dice che, se lo vogliamo, possiamo sempre trovare la nostra libertà dalle cose materiali».
 
Come ti sei rapportato con il nuovo personaggio che dovevi portare sulle scene? 
«Ho trovato davanti a me un gigante, un genio dello spirito che ha lottato fortemente per realizzare il suo sogno, spogliandosi di quegli orpelli che appesantivano la sua vita. Mi sono rispecchiato in Francesco ed ho trovato consonanza tra la sua scelta e il mio dire no a certi compromessi che il mondo dello spettacolo mi chiedeva. Ho vissuto giorni straordinari, che  hanno  cancellato certe immagini stereotipate del Santo che spesso hanno impedito a tanti giovani di oggi di trovare in lui un leader, scoprendo un uomo pieno di coraggio che ha rivoluzionato il mondo. Ho laporato in questi due mesi di preparazione con passione e volevo che dalla mia interpretazione trasparisse il vero Francesco».
 
Pensi che i giovani di oggi possano essere interessati a Francesco? 
«Moltissimo. Francesco ha portato avanti la sua idea  senza tener conto delle reazioni o dei giudizi degli altri. Ha sempre ascoltato la voce interiore della sua coscienza. Molti  l’hanno preso per matto, ma quella sua “follia d’amore” ha lasciato un segno grande nell’umanità. Egli parla a tutti, ma soprattutto ai giovani ai quali dice: “Se avete un sogno bello nella vita non abbiate paura dei giudizi degli altri, lottate per realizzarlo”. C’è una frase del film "Fuoco su di me", che è diventata il mio motto: “Il sognatore deve essere più forte del sogno”. Essa, mi pare, esprime molto bene la personalità di Francesco che ha avuto coraggio, determinazione e spirito di sacrifico per realizzare quello che aveva intravisto».
 
Francesco d’Assisi, un sognatore che lotta ma che sa anche “perdere”.
«Quando lottiamo per qualcosa di “grande” dobbiamo fare i conti con i nostri limiti e accettare la fatica e tante volte anche la sconfitta. Quella sconfitta non interrompe il cammino intrapreso, ma lo rende più vero perché ci rende umili e allora anche la sconfitta accettata diventa momento di crescita. La figura di Francesco è emblematica in tal senso. Egli ha “perso tutto”, si è spogliato della ricchezza, ha lasciato la sua “divisa” a casa, ha indossato stracci, e ci ha insegnato che possiamo guardare ogni creatura con occhi puri e che poter dire a una persona: “Ti voglio bene, sono disposto a far qualcosa per te” è l’atto più creativo e ci fa un gran bene».
 
Un’esperienza coraggiosa questo musical, in una umanità spesso distratta e lontana dai valori che Francesco e Chiara d’Assisi propongono?
«Il coraggio nasce dall’amore. Francesco non si è arrabbiato né ha trattato male chi pensava solo ai soldi, ma ha proposto un modo di vivere diverso. Io dinanzi a comportamenti che mi fanno soffrire mi domando perché quella persona si comporta male. E scopro che un motivo c’è sempre. L’uomo è fatto per il bene e se agisce e procura il male qualcosa è avvenuto nella sua vita. Tutto allora dipende da come mi pongo con gli altri. Se emano rabbia, suscito rabbia, ma se cerco di dare amore, primo o poi ci sarà una risposta d’amore».

Una scelta coraggiosa questa trasposizione…
«Sono particolarmente felice di portare al vasto pubblico italiano questo musical che è di grande valore artistico, grazie agli autori, alla regia e agli altri interpreti. Tre gli autori: Giampaolo Belardinelli (Musiche), Pietro Castellacci (Testi), Achille Oliva e Adriano Maria Maiello (collaborazione musicale) del famoso "Forza venite gente"; la regia è di Oreste Castagna, coreografie di Alberta Palmisano. Chiara è la bravissima Marina Murari. Quando ne parlo mi emoziono, anche perché è stata un’esperienza in crescendo, più passavano i giorni e più mi avvicinavo a questo personaggio che ha dato input nuovi alla mia vita. Mi collego spesso a questa “fonte” e sento che porta in me una crescita spirituale fortissima».

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