Francesco ai giovani: Non siate sicari, ma discepoli
Dopo una breve tappa nella cattedrale di Morelia, nel corso del suo viaggio in Messico Bergoglio ha incontrato i giovani di tutto il Paese nello stadio Josè María Morelos. Un papa raggiante e felice, contagiato dalla vitalità dei quasi 85 mila che gli davano il benvenuto al grido di “Questa è la gioventù del papa!”. Un “buonasera” semplice e caloroso è stato il saluto con cui il papa ha ricambiato, sufficiente per suscitare d nuovo le grida e gli applausi.
“Uno dei maggiori tesori della terra messicana ha un volto giovane, sono i suoi giovani” ha detto Francesco ad una nazione di 30 milioni di giovani, tanti come mai prima nella sua storia. Un “buono demografico” che fatica a farsi considerare come una “speranza nel futuro”. Giovani come Nayeli García ed Eduardo Ponce che sono venuti all’incontro con il papa dalla lontana Oaxaca, desiderosi di tornare alle loro comunità per condividere questa preziosa esperienza: “È valsa ogni sforzo, tutta la fatica del viaggio, l’attesa”, ha affermato Nayeli, che partecipa ad un gruppo parrocchale a Huajuapan de León.
“Voi sete la ricchezza del Messico, la ricchezza della Chiesa” ha detto il papa, riconoscendo altresì che “è difficile sentirsi la ricchezza della nazione quando non si hanno opportunità di lavoro dignitoso”.
A loro ha presentato Gesù Cristo come fonte di vera speranza; una speranza che “mai vi spingerà ad essere sicari, ma discepoli”, un’allusione diretta alle migliaia di giovani nel Paese che davanti alle notevoli carenze materiali e affettive si arruolano come “carne da cannone” nella rete dei cartelli, un fenomeno triste e molto frequente.
I giovani hanno palesato al papa il loro impegno a vincere la timidezza e la paura. “In te vediamo la Chiesa in cui crediamo”, gli hanno detto con freschezza e onestà. “Preghi per il Messico, preghi per noi”.
(Traduzione di Chiara Andreola)