Fra due anni apre l’Expò: tanti i dubbi sul prestigio

Tema dell'edizione 2013 sarà l'alimentazione. Più di settemila gli appuntamenti. Attesi 20 milioni di visitatori. Attualmente si lavora più sulla mancanza di fondi e sugli stalli burocratici mentre il rischio di infiltrazioni mafiose è sempre dietro l'angolo. Maroni e Pisapia chiedono una legge speciale e un commissario unico
Giuliano Pisapia

Mancano poco più di 700 giorni al taglio del nastro al World Exposition Milano. Dall' 1 maggio al 31 ottobre del 2015 quindi l'Expo aprirà i battenti. Gli organizzatori sono riuniti in una società costituita dal Governo Italiano, dalla regione Lombardia, dalla provincia, dal comune, e dalla Camera di commercio di Milano. Tema della manifestazione sarà “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, e includerà tutto ciò che riguarda l'alimentazione: si padda dal problema della mancanza di cibo in alcune zone del mondo, a quello dell'educazione alimentare, fino alle tematiche legate agli Ogm.

Cifre attendibili stimano per i 6 mesi dell'evento un passaggio di 20 milioni di visitatori, per una media giornaliera di 160.000 visitatori. L'evento comporterà circa 3 miliardi di investimenti tra fondi pubblici, partecipazione dei privati e partecipanti ufficiali. Circa 7.000 appuntamenti, tra spettacoli, musica e cultura.

Ancora due anni quindi e l’Expò aprirà i cancelli in un'area attualmente occupata da macchine per movimento terra, cantieri vari, e soprattutto da tante polemiche. Già, quando Milano si candidò per ospitare questa esposizione erano tempi migliori. O per lo meno non sospetti. Allora il denaro pareva più fluido e ne circolava senz’altro di più e con maggior facilità, anche se la crisi, per gli osservatori era già in atto. Certo non si prevedeva che avrebbe inciso anche sui finanziamenti dell’opera perchè se allora le istituzioni ne promisero parecchi ad oggi se ne vedo di molto pochi. Dall'investitura ad oggi, di acqua ne è passata molta sotto i ponti: sono cresciute le difficoltà burocratiche a partire dai documenti sugli espropri dei  terreni per l’edificazione dell’area espositiva. Poi ci sono i rapporti con le imprese appaltatrici e i progetti faraonici con cui fare i conti, mentre presunte infiltrazioni mafiose, a detta della magistratura, stanno dettano le regole e le condizioni oltre che i prezzi di ogni lavoro che verrà fatto.

Tutto avanza a tappe con intervalli che rimandano alle calende greche. E intanto l’apertura è dietro l’angolo, dopodomani si direbbe, e la maggior parte dei lavori è da iniziare. La crisi economica, poi taglia fondi a destra e a manca. Ora pare che proprio il Governo abbia messo in dubbio una decina di milioni, già promessi e che invece sarebbe stati cancellati. Per il commissario Formigoni è una decisione senza senso e controproducente poiché l’Expo è unanimemente riconosciuta come una delle grandi occasioni di rilancio della nostra economia e della nostra immagine e ha promesso che farà di tutto, in sede di conversione del decreto, perché questa misura venga riammessa.

Nei giorni scorsi il sindaco di Milano Pisapia e il governatore Maroni concordavano sulla necessità di una legge speciale per l’Expo di un unico commissario straordinario.  La legge dovrebbe consentire di andare spediti verso la realizzazione di tutto quanto possibile, perchè ora non c'è più margine per l'incertezza. Piacerebbe a molti una legge tipo quella varata in occasione del Giubileo e per le Olimpiadi invernali di Torino che hanno funzionato. 

Il rischio è che una legge speciale potrebbe essere un bellissimo “benvenuto”  agli appalti truccati, alla lievitazione dei prezzi, all'infiltrazione di cosche mafiose. La legge speciale elimina i tantissimi cavilli burocratici della prassi ordinaria che comunque costituiscono un un filtro alle operazioni pericolose e al rischio di affari sporchi. Pisapia e Maroni intanto sembrano intenzionati a lavorare nella reciproca fiducia istituzionale e personale, e sono concordi  sulla necessità di un commissario unico che riunisca i ruoli di commissario straordinario che ad oggi è il sindaco Pisapia, e quella di commissario generale attualmente ricoperta dall'ex governatore Roberto Formigoni. Il commissario unico sarebbe una condizione indispensabile fanno sapere da Palazzo Marino e da Palazzo Lombardia, per coniugare efficienza e legalità.

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