Fotografia a Roma
Commissione Roma 2003-2017 e patrimonio fotografico di Roma Capitale – 17/04 – 22/09/2019 Museo di Roma
Un’acquisizione straordinaria alle collezioni di Roma Capitale: 100 opere dall’intero progetto Commissione Roma, ideato e curato da Marco Delogu e sviluppatosi nell’arco delle quindici edizioni di “Fotografia. Festival internazionale di Roma“.
Le opere vanno ad arricchire le collezioni dell’Archivio Fotografico del Museo di Roma, restituendo così uno sguardo contemporaneo sulla città che si inserisce nella narrazione della Roma storica contenuta già nella sua collezione permanente.
L’esposizione ha un grande valore per la città e la Sovrintendenza: per quindici anni consecutivi la Commissione Roma ha affidato il ritratto della capitale ad alcuni dei più grandi fotografi del panorama internazionale, che l’hanno ‘raccontata’ in totale autonomia interpretativa, in base alla propria estetica e al proprio vissuto.
Ne è nato un dialogo sincero, non privo di confronti duri: Roma spesso non si riconosce immediatamente, mentre rimane invariato l’equilibrio tra la sua forza visiva e l’identità creativa degli autori. Un confronto che viene da lontano, eredità del Grand Tour, dove artisti contemporanei percorrono la città con i loro linguaggi, cercando di restituire figure mai viste, unire la loro interiorità con la città più “immaginata” della storia, portare i loro mondi.
Tra gli artisti in mostra: Josef Koudelka, Olivo Barbieri, Anders Petersen, Martin Parr, Graciela Iturbide, Gabriele Basilico, Guy Tillim, Tod Papageorge, Alec Soth, Paolo Ventura, Tim Davis, Marco Delogu, Paolo Pellegrin, Hans-Christian Schink, Roger Ballen, Jon Rafman, Simon Roberts, Léonie Hampton.
Oltre alle immagini della Commissione Roma sono in mostra anche le foto di Martin Bogren e Rodolfo Fiorenza, anch’esse acquisite al patrimonio fotografico della Sovrintendenza.
Emiliano Mancuso. Una diversa bellezza. Italia 2003 – 2018 14/06 – 06/10/2019 Museo di Roma in Trastevere
Mostra dedicata al lavoro di Emiliano Mancuso, scomparso prematuramente lo scorso anno.
L’esposizione è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale -Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali ed è prodotta e organizzata daOfficine Fotografiche con Zona, PCM Studio, Postcart edizioni in accordo con la famiglia di Emiliano Mancuso, ed è realizzata con il supporto di Digital Imaging partner di Canon.
La mostra è a cura di Renata Ferri che ha selezionato quattro differenti corpi di lavoro realizzati lungo l’arco di quindici anni in cui emerge un’umanità dolente, un’Italia ferita alla costante ricerca della sua identità in un perenne oscillare tra la conferma dello stereotipo e la cartolina malinconica.
Emiliano Mancuso ha usato tecniche e linguaggi diversi: bianco e nero, colore, immagini digitali o analogiche. E le polaroid, importanti poiché nella loro immediatezza accompagnano il passaggio dell’autore dall’immagine fissa a quella in movimento che lo porterà, nell’ultima parte della sua vita, a essere regista. Senza abbandonare il suo terreno d’indagine, semmai amplificandolo grazie all’audio e al video, Emiliano Mancuso traccia un paese intessuto di microstorie, di esperienze che ci appaiono nude nella loro sincerità.
In mostra saranno esposti i principali lavori di Emiliano Mancuso:
Terre di Sud (2003-2008): un progetto fotografico sul Mezzogiorno che, nell’epoca della globalizzazione, si trova ancora a fare i conti con i vecchi termini della “questione meridionale”. Dal lavoro è stato realizzato un libro, Terre di Sud, pubblicato nel 2008 dalla casa editrice Postcart.
Stato d’Italia (2008-2011): un viaggio lungo tre anni attraverso l’Italia, alla ricerca di storie, cronache e volti della crisi economica e sociale: gli sbarchi di Lampedusa, Rosarno e la rivolta dei braccianti africani, i ragazzi di Taranto assediati dai fumi delle acciaierie Ilva. Anche questo lavoro è diventato un libro,Stato d’Italia, pubblicato nel 2011 da Postcart.
Il Diario di Felix (2016): è un lavoro realizzato a Casa Felix, la casa famiglia di Roma dove vengono ospitati sia minori del circuito penale che scontano misure alternative al carcere, sia minori civili. Il Diario di Felix racconta l’ultimo anno di permanenza all’interno della struttura di un gruppo di otto ragazzi.
Le Cicale (2018, co-regia di Federico Romano): è un viaggio intimo della vita di quattro persone, già andate in pensione o in procinto di andarci, e il loro barcamenarsi per riuscire ad avere delle condizioni di vita dignitose nonostante una vita di lavoro.
In esposizione circa 150 fotografie.
I differenti capitoli della mostra sono accompagnati dai testi di Lucia Annunziata, Domenico Starnone e di Mimmo Lombezzi, oltre che della curatrice Renata Ferri, con le traduzioni in inglese di Francesca Povoledo.
Unseen / non visti
Sguardi sull’Europa 22/03 – 08/09/2019 Museo di Roma in Trastevere
Unseen | Non visti, un viaggio fotografico in un’Europa sconosciuta, tagliata fuori dallo sviluppo economico, dall’attenzione della politica e dei media.
Esiste un’Europa non vista, tagliata fuori dallo sviluppo economico, dall’attenzione della politica e dei media. Esiste un’Europa che, prima della crisi, produceva ed era competitiva e che ora è abbandonata dai suoi abitanti più giovani. Quattro fotografi, Jutta Benzenberg, Andrei Liankevich, Livio Senigalliesie Mila Teshaieva, sono andati nelle zone rurali e nei piccoli centri dell’Albania, nella vasta palude della Polesia in Bielorussia, nella Sassonia-Anhalt nell’ex Germania dell’Est e nell’area carbonifera italiana del Sulcis in Sardegna e ne hanno raccontato il nucleo più interno e vulnerabile, quello familiare.
Il risultato è un racconto per immagini intenso e coinvolgente curato da Gabi Scardi che prende vita all’interno di Unseen / Non visti. Sguardi sull’Europa. Quattro fotografi in viaggio, la mostra in programma al Museo di Roma in Trastevere, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, ideata e prodotta dal Goethe-Institut con i servizi museali di Zètema Progetto Cultura.
Dopo la prima tappa di Milano e l’appuntamento al Museo di Roma in Trastevere, l’esposizione sarà a Minsk nel mese di settembre e, subito dopo, proseguirà il suo cammino a Tirana. A inizio 2020, ultima tappa a Halle presso la Kunststiftung des Sachsen-Anhalts (Fondazione per l’arte della Sassonia-Anhalt).
Nata da un progetto del 2017 del Goethe-Institut di Milano (Nell’ombra – Famiglie in Europa) che voleva indagare gli effetti della rapida trasformazione dell’Europa sulle famiglie di alcune aree europee produttive colpite da crisi e spopolamento, la mostra Unseen / Non visti testimonia gli “effetti collaterali” dei grandi cambiamenti occorsi negli ultimi decenni nel vecchio continente, rilevandone sia i minimi comuni denominatori, sia le diversità. L’indagine è avvenuta attraverso l’occhio di fotografi provenienti da diversi paesi europei: Jutta Benzenberg dall’Albania, Andrei Liankevich dalla Bielorussia, Livio Senigalliesi dall’Italia e Mila Teshaieva dalla Germania. Ciascuno di loro ha compiuto uno o più viaggi, sia nel proprio paese che in uno di quello degli altri, producendo da un lato un cambio di prospettiva e dall’altro anche una scoperta. Così, ad esempio, Senigalliesi e Liankevich sono stati in Sardegna e in Polesia, mentre Teshaieva e Benzenberg in Albania e Sassonia. Ognuno è stato accompagnato da un esperto o da un giornalista dotato di un’approfondita conoscenza della zona. Questo ha permesso il moltiplicarsi degli sguardi e dei piani di lettura che hanno fatto emergere le storie e le microstorie delle persone incontrate durante i viaggi, la stratificazione di esperienze, la complessità di ogni territorio. La mostra diventa così una sorta di cartografia corale, seppur parziale, delle aree d’Europa più celate e lasciate ai margini.
Le fotografie in mostra
La mostra comprende quattro nuclei di fotografie, suddivisi per autore. Le opere hanno dimensioni e formati molto differenti, di volta in volta aderenti agli intenti del singolo fotografo. Tra le immagini in mostra, si alternano ritratti e visioni d’interni, figure immerse nei luoghi dell’abitare e nell’ambiente quotidiano che le circonda, oggetti, architetture, paesaggi di riferimento e altro ancora. Emergono così le diverse interpretazioni che gli autori hanno dato dei luoghi: letture oggettive, di carattere documentario, antropologico, sociologico; così come approcci più sensibili, intimi, quasi interrogativi.
Per restituire vividamente questi racconti, alle immagini sono affiancati alcuni video e i testi redatti da alcuni dei fotografi e degli “accompagnatori” durante i viaggi.
Volti di Roma alla Centrale Montemartini
Fotografie di Luigi Spina 18/04 – 22/09/2019 Centrale Montemartini
Mostra fotografica nata dall’incontro tra la Sovrintendenza Capitolina e il progetto di ricerca sulla ritrattistica antica al Museo Centrale Montemartini elaborato dal fotografo Luigi Spina tra il 2018 e gli inizi del 2019.
La mostra fotografica propone una selezione di 60 fotografie in bianco e nero, formato 50 x 60 cm, che il fotografo Luigi Spina ha realizzato con banco ottico, tecnica già utilizzata dall’autore con risultati di alto livello, e ha poi personalmente stampato a mano.
Le immagini fotografiche ritraggono 37 volti antichi in marmo o travertino, significativi esempi delle collezioni capitoline al Museo Centrale Montemartini, alcuni oggetto di più scatti e tutti scelti dall’autore per le loro potenzialità espressive. Si tratta di ritratti di epoca repubblicana e imperiale, che raffigurano personaggi la cui identità ci è nota, ma anche volti di sconosciuti, oltre ad alcune teste ideali, copie romane da originali greci.
Ponendosi per lunghe silenziose giornate davanti ai volti antichi, Luigi Spina li ha svelati, li ha profondamente compresi attraverso il mezzo che gli è più congeniale.
La fine ricerca fotografica di Luigi Spina ha portato alla realizzazione di immagini che, cogliendo vari e originali aspetti dei volti scolpiti, suggeriscono particolari e dettagli non sempre facilmente individuabili a una prima osservazione. I visitatori sono così invitati a intraprendere un nuovo originale percorso di visita, un vero e proprio viaggio che è vera scoperta della contemporaneità espressa dai tratti fisiognomici delle antiche sculture, proposte in tutta la loro vibrante umanità ed espressività.
L’allestimento prevede la distribuzione diffusa delle foto in tutte le sale del museo, collocate in prossimità dei soggetti che ritraggono, in modo che il visitatore possa apprezzare al meglio le suggestioni espresse dalle fotografie. Attraverso la personale sensibilità e interpretazione artistica di Luigi Spina può così tornare a osservare con uno sguardo diverso le opere esposte, diventando egli stesso protagonista del dialogo visivo tra i due diversi linguaggi artistici.
Il fotografo Luigi Spina, apprezzato fotografo d’arte, ha pubblicato importanti libri fotografici in cui esprime in maniera mirabile la sua visione della bellezza con la tecnica del bianco e nero a lui congeniale. Un esempio assai significativo del suo modo di intendere la fotografia di opere d’arte è il libro Diario Mitico, che raccoglie foto delle opere della Collezione Farnese nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli, e che è stato insignito nel 2018 della medaglia di bronzo per “design e concetto esemplari” nella categoria libri fotografici dell’International Creative Media Award for Books (ICMA).
L’inaugurazione della mostra è arricchita dalla presentazione del catalogo “Volti di Roma alla Centrale Montemartini. Fotografie di Luigi Spina”, a cura diClaudio Parisi Presicce e Luigi Spina, in cui la successione dei volti nelle immagini fotografiche di Luigi Spina segue la sensibilità del fotografo che ha colto una serie di richiami suggestivi tra le opere e ha creato un suo ideale percorso, un percorso visivo, non vincolato in alcun modo da cronologia e stile delle antiche sculture.
Un regesto finale a chiusura del volume fornisce un breve inquadramento storico-artistico delle opere antiche, oggetto degli scatti.
Catalogo: Silvana Editoriale