Forum for Dialogue, collaborare per il bene di tutti
Oggi l’umanità ha ancora la possibilità di scegliere tra la convivenza comune e l’indifferenza, che porta con sé guerra e distruzione. Nel corso del Forum promosso per costruire ponti di pace tra Oriente e Occidente, tra «Est e Ovest per la coesistenza umana», papa Francesco non può non sottolineare come purtroppo Oriente e Occidente sembrano sempre più due poli contrapposti, come oggi «mentre la maggior parte della popolazione mondiale si trova unita dalle stesse difficoltà, afflitta da gravi crisi alimentari, ecologiche e pandemiche, nonché da un’ingiustizia planetaria sempre più scandalosa, pochi potenti si concentrano in una lotta risoluta per interessi di parte, riesumando linguaggi obsoleti, ridisegnando zone d’influenza e blocchi contrapposti».
Tre sono le sfide che l’umanità si trova ad affrontare. Esse emergono dal Documento sulla Fratellanza Umana e dalla Dichiarazione del Regno del Bahrein: l’orazione, l’educazione e l’azione. In primo luogo, e a fondamento di tutto, l’orazione, che tocca il cuore dell’uomo. È proprio nel cuore che albergano quelle inclinazioni all’egoismo, alla autoreferenzialità, alla falsità, al chiudersi negli interessi propri o di gruppo. Per questo è fondamentale la preghiera, che apre il cuore all’Altissimo: chi prega riceve il dono della pace e ne diventa testimone e messaggero. «L’uomo religioso, l’uomo di pace è colui che, camminando con gli altri sulla terra, li invita, con dolcezza e rispetto, a elevare lo sguardo al Cielo – dice il papa. – E porta nella sua preghiera, come incenso che sale verso l’Altissimo (cfr Sal 141,2), le fatiche e le prove di tutti».
Ma affinché ciò accada è indispensabile la libertà religiosa, che nel Barhein è riconosciuta e pienamente realizzata. Tuttavia, sottolinea Francesco, «non è sufficiente concedere permissioni e riconoscere la libertà di culto, occorre raggiungere la vera libertà di religione. E non solo ogni società, ma ogni credo è chiamato a verificarsi su questo. È chiamato a chiedersi se costringe dall’esterno o libera dentro le creature di Dio; se aiuta l’uomo a respingere le rigidità, la chiusura e la violenza; se accresce nei credenti la vera libertà, che non è fare quel che pare e piace, ma disporsi al fine di bene per cui siamo stati creati».
La seconda sfida è l’educazione, che riguarda la mente dell’uomo. Nella Dichiarazione del Regno del Bahrein si legge che «l’ignoranza è nemica della pace». Dove manca l’istruzione, infatti, aumentano gli estremismi e i fondamentalismi. Al contrario, l’educazione è «amica dello sviluppo, purché sia un’istruzione veramente degna dell’uomo, essere dinamico e relazionale: dunque non rigida e monolitica, ma aperta alle sfide e sensibile ai cambiamenti culturali; non autoreferenziale e isolante, ma attenta alla storia e alla cultura altrui; non statica ma indagatrice, per abbracciare aspetti diversi ed essenziali dell’unica umanità a cui apparteniamo».
Papa Francesco indica, a questo proposito, tre urgenze educative: il riconoscimento della donna in ambito pubblico, la tutela dei diritti fondamentali dei bambini e l’educazione alla cittadinanza, al vivere insieme, nel rispetto e nella legalità.
Infine, l’ultima sfida riguarda l’azione. Nella Dichiarazione del Regno del Bahrein si dice che «quando si predicano odio, violenza e discordia si dissacra il nome di Dio». Occorre dunque rifiutare con forza l’ingiustizia, la «corsa al riarmo, agli affari della guerra, al mercato della morte» e cercare vie di incontro con tutti, perseguire con decisione scelte di pace, di fratellanza, di dialogo.
«Stringiamo tra di noi legami più forti, senza doppiezze e senza paura, in nome del Creatore che ci ha posto insieme nel mondo quali custodi dei fratelli e delle sorelle», conclude papa Francesco. «Incontriamoci dunque per il bene dell’uomo e in nome di Colui che ama l’uomo, il cui Nome è Pace. Promuoviamo iniziative concrete perché il cammino delle grandi religioni sia sempre più fattivo e costante, sia coscienza di pace per il mondo!».
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