Forse

La nuova opera letteraria di Rosetta Loy. Un libro apparentemente semplice e discorsivo, intimo e nello stesso tempo socialmente aperto, familiare e politico
Rosetta Loy

Mettersi a nudo è una cosa che pochi artisti riescono a fare senza alcuna pretesa, ma solo per un’intima necessità di partecipazione, di condivisione, o meglio di comunione. E se questo aprirsi totalmente diventa racconto, quel dono passa da chi scrive al lettore tout court, senza mediazioni intellettuali o filosofiche. E senti la vita stringerti alla gola, penetrare nelle tue fibre più intime e ne sei scosso e rigenerato. Riassapori gli attimi di eternità che pure hanno puntellato i tuoi giorni e sei grato all’autore che non ha elemosinato pietà o compassione, perché il suo dono è stato, e sempre sarà, totalmente gratuito.

 

Sono questi i pensieri che mi hanno attraversato dopo aver chiuso l’ultima pagina del libro di Rosetta Loy, Forse (Einaudi). Un libro apparentemente semplice e discorsivo, intimo e nello stesso tempo socialmente aperto, familiare e politico, dove la scrittura, quasi un trapunto dell’anima, lascia affiorare il quadro vivido e pungente di un mondo che ha lasciato sui prosceni dell’esistenza quanto di più vivo e tumultuoso possa fiorire da un’esperienza autenticamente umana.

 

Un’esperienza fatta di dolore, gioie, attese, violenze, speranze, sguardi luminosi o angosciati, e dove ogni momento diventa scultura viva di quell’unico e grande disegno che ogni uomo è chiamato ad esprimere. Rosetta Loy osa incidere, sul legno morbido della sua impalcatura, i graffiti cromatici del vivere, le trafitture, le baldanzose virate, gli attraversamenti, le impetuose accoglienze.  

 

Attenta ai passaggi epocali, alle diseducazioni, alle necessarie ribellioni, segna il cammino verso quella maturità agognata e spesso solo intravista, ma che risplende più che mai nella ricerca di una continua epifania. Il libro si legge e si trattiene come una gemma preziosa e ci porta a riconsiderare le nostre dispersioni e a raccogliere sull’ultima spiaggia del quotidiano incedere barlumi di tenerezza e di umana solidarietà. 

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