FormarsInsiemE: ripetizioni gratuite ai ragazzi delle medie
Il protrarsi della pandemia sta mettendo a dura prova la didattica, ad essere maggiormente colpiti sono quei ragazzi che vengono da situazioni socio-economiche già fragili, per cui diventa difficile accedere ad Internet o a strumenti come computer e tablet. La mancanza dell’interazione diretta tra insegnante e alunno mette poi in primo piano il ruolo della famiglia che però non sempre è in grado di affiancare i ragazzi nei compiti, per mancanza di tempo o a causa di un livello culturale insufficiente. Per colmare le carenze scolastiche dei più piccoli scendono allora in campo gli studenti universitari grazie al progetto FormarsInsiemE, ideato da Roma Best Practices Award in collaborazione con ScuolediRoma.it e con il sostegno della Rappresentanza Italiana della Commissione Europea.
Gli studenti degli Atenei del Lazio aiuteranno i ragazzi fra gli 11 e i 16 anni, frequentanti la scuola media e il primo biennio delle superiori, che hanno avuto delle insufficienze in pagella, con ripetizioni gratuite online per recuperare i debiti formativi prima dello scrutinio finale. A segnalare i ragazzi che vivono situazioni di fragilità socio-economica saranno le scuole, per ora sono coinvolte solo quelle del Lazio, ma dal prossimo anno l’obiettivo è di allargare il progetto anche ad altre Regioni. Gli studenti universitari, oltre ad essere coinvolti in un servizio dal grande valore etico e sociale, potranno ottenere, in base alle ore dedicate al progetto, anche dei Crediti formativi fondamentali per il voto di Laurea. Si parte dalle materie di base: italiano, latino, matematica, inglese e fisica per poi aprire alle altre discipline nel corso del prossimo anno scolastico. Ad aver accettato subito la sfida è l’Università Roma3 che ha coinvolto gli studenti del corso di Lingue, letterature e culture straniere che per 150 ore di ripetizioni effettuate riceveranno 6 Cfu.
Secondo i rilievi di ScuolediRoma.it, dall’inizio della pandemia il 36% degli studenti più fragili e meno sostenuti nel loro cammino scolastico rischia di non raggiungere il livello minimo di competenze e in molti casi si arriva all’abbandono scolastico. Coinvolgere gli studenti universitari vuol dire creare una scuola più inclusiva, dove chi può mette a servizio della comunità le proprie competenze mentre chi si trova in difficoltà torna a sentirsi parte di una scuola che si attiva concretamente per non lasciare indietro nessuno.