Formare con gentilezza. Il Festival della Comunità Educante di Faenza
Il Festival della Comunità Educante di Faenza è un’iniziativa promossa dall’Associazione Kaleidos, impegnata a incentivare una cultura dell’educazione nel territorio faentino e nei comuni limitrofi. L’edizione di quest’anno ha visto la partecipazione delle Edizioni Città Nuova. Fabio Taroni, direttore del Festival, ci parla dell’evento.
Come nasce il Festival della Comunità Educante?
L’idea del Festival della Comunità Educante nasce dallo stimolo di un antico proverbio africano che recita: «Per educare un fanciullo, serve un intero villaggio». L’obiettivo perciò è portare l’intera comunità faentina e dei comuni limitrofi, per una settimana, a riflettere e a mettersi in gioco sul tema dell’educazione, organizzando iniziative con tutti gli attori educativi del territorio. Invitando ospiti, esperti e formatori da tutta Italia con l’obiettivo di arricchire le competenze di tutti i soggetti coinvolti, mettendo in rete le realtà esistenti e cercando anche nuove sinergie possibili.
Molteplici i linguaggi espressivi: workshop e laboratori nelle scuole, momenti di formazione per tutti, convegni, seminari, mostre, ma anche spettacoli di musica, teatro, cinema, arte ed eventi ludici e creativi in strade, piazze, parchi e chiostri. L’intento è promuovere un’educazione non omologante, che sappia al contrario fare delle differenze un valore da coltivare con cura. Mettere al centro la persona, nella sua unicità, nella sua interezza e soprattutto nella sua dimensione relazionale.
L’edizione 2024 ha avuto come titolo “Educare ancora – Coraggio e gentilezza per una comunità viva”. Perché questo titolo?
Nell’attuale contesto sociale e culturale, ai suoi diversi livelli, sembra smarrita non solo la coscienza condivisa e la buona pratica dei processi educativi, bensì l’idea stessa di educazione. Occorre andare verso una logica di comunità educante basandosi sulla convinzione che l’educazione sia una responsabilità collettiva. Una comunità educante che si confronta sui riferimenti educativi che la animano, che si interroga sulla propria azione e promuove ambienti capaci di integrare, accogliere, rispettare le differenze, affrontare i cambiamenti sociali, culturali ed economici. Per fare questo ci vuole coraggio e un po’ di gentilezza. Coraggio di mettersi in gioco, coraggio di collaborare, coraggio di camminare e guardare avanti con valori e lungimiranza.
L’edizione 2024 ha visto la partecipazione di alcuni autori delle Edizioni Città Nuova: Ezio Aceti, Michele De Beni, Cristina Buonaugurio.
Gli eventi che hanno visto la partecipazione dei vostri autori si sono svolti regolarmente come da programma. In particolare Ezio Aceti, sul tema dell’educazione all’affettività, ha incontrato circa un centinaio di operatori di pastorale familiare, coppie di sposi e di fidanzati. Ha riscosso moltissimo interesse e partecipazione attiva, auspicando già di poterlo invitare nuovamente a Faenza con l’interesse da parte dell’Ufficio di pastorale familiare della diocesi.
Michele de Beni, in due appuntamenti, ha incontrato una sessantina di docenti di ogni ordine e grado sulla missione dell’insegnare. La sua preparazione e il suo stile relazionale, unito a quello della prof. Carimali, ha saputo creare un buon clima di dialogo tra i partecipanti. Questi si sono dimostrati interessati al tema arricchendo i momenti con riflessioni e domande. La dottoressa Buonaugurio, oltre al bel momento formativo del sabato pomeriggio che ha lasciato ottimi spunti di riflessione ai presenti (quasi esclusivamente insegnanti), ha incontrato durante il sabato mattina i ragazzi delle scuole superiori attivando un breve workshop con loro. Dai docenti incontrati sono pervenuti ottimi feedback. Personalmente, esprimo gratitudine non solo per la loro professionalità ma anche per la loro umanità.
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