Focus Young Arab

I 5 performer danno forma e ritmo a un meccanismo gestuale che parte dal movimento oscillatorio del braccio, creando combinazioni sempre più complesse scandite dal ritmo della musica elettronica di un batterista

Il Focus Young Arab Choreographers, creato da 11 festival italiani, mira alla conoscenza di quel che si muove in un’area fragile, con la necessità degli artisti di formarsi all’estero pur tenendo vive radici e tradizioni. Tu meur(s) de terre di Hamdi Dridi, è un “solo”, su un tappeto di cartoni e luci al neon, sul rapporto del figlio col padre – imbianchino morto di recente – del quale evoca la sua presenza. Lo ricorda con braccia alzate ed estese, roteanti, indicanti cielo e terra; sempre con una poetica espressività gestuale. In Under the flesh Bassam Abou Diab, con movimenti inglobanti la danza folkloristica, mostra la strategia della caduta sviluppata sin da piccolo per non morire durante i bombardamenti, e la scoperta dell’arte quale via di sopravvivenza. Guy Nader, di formazione più occidentale, insieme a Maria Campos, firma Time takes the time time takes, sull’idea del tempo come un continuum. Basandosi sul semplice dondolio del pendolo, i 5 performer danno forma e ritmo a un meccanismo gestuale che parte dal movimento oscillatorio del braccio, creando combinazioni sempre più complesse scandite dal ritmo della musica elettronica di un batterista.

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