Florenzi e l’irrefrenabile migrazione
Non c'è altra soluzione alla grande ondata di profughi e rifugiati che ha investito l'Europa: una politica condivisa, per quote, punti di riconoscimento, controllo delle frontiere, pattugliamento del Mediterraneo...
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Ogni giorno un nuovo Paese europeo viene coinvolto nella grande ondata di migrazione che sta giungendo da ogni dove. L'altro ieri l'Ungheria, ieri la Serbia, oggi la Croazia. E ogni Paese risponde in ordine sparso, pescando nelle proprie risorse e nelle proprie paure. Credo profondamente che la vicenda stia scuotendo dalle fondamenta l'Europa e la costringerà a far politica comune. Persino l'Ungheria comuincia a capirlo, se il durissimo premier ungherese Orban comincia a ipotizzare di accettare la regola delle quote se verrà istituita una sorta di "guardia di frontiera europea".
Il fatto è che, parallelamente al coinvolgimento di nuovi Paesi europei nella ondata di profughi (arrivano persino ai posti di frontiera norvegesi!) corrisponde un nuovo focolaio di guerra o di malessere economico per cui nuovi aspiranti migranti si uniscono alla enorme ondata di uomini, donne e bambini che lasciano il proprio Paese avendo negli occhi il miraggio di un'Europa accogliente. Teniamo ad esempio d'occhio lo Yemen, dove una cruentissima guerra oppone sciiti e sunniti, e il Burkina Faso, dove ieri c'è stato un colpo di Stato…
Irrefrenabile. Quest'aggettivo va usato. Arriveranno comunque. Milioni di persone, comunque pochi per più di 700 milioni di europei, mentre Libano e Giordania, che hanno meno di cinque milioni di abitanti, ricevono quasi due milioni di profughji a testa… Coraggio Europa, unisciti! La sola via è la concertazione, prima che sia troppo tardi! E non pensare di imitrare Florenzi: non c'è un gol straordinario che possa tirarci fuori d'impaccio. Servono operazioni alla Lodetti, alla Benetti, alla Oriali. Servono milioni di mediani che lavorino nell'oscurità ma efficacemente.