Flash su Uno della notte

Fine, intelligente, a 25 anni, Eros Galbiati di Como è arrivato per caso – o per fortuna, chissà – al provino per il film di Fausto Brizzi. Il cast era già chiuso, ma non si trovava il mio personaggio. Durante un aperitivo ho incontrato una ragazza americana che curava il cast del film, feci un provino: è stata la chiave di volta, perché mentre ne stavo uscendo, Brizzi (il regista, ndr) mi chiama e mi fa fare delle improvvisazioni. Forse in quei tre minuti ci siamo incontrati, così mi hanno preso. Tanto che lo considero, Fausto, più che un mentore, uno di famiglia, ora, insieme agli altri attori, perché abbiamo vissuto molto insieme: per esempio con Nicolas Vaporidis (uno dei protagonisti, ndr) ci sentiamo ogni giorno, è uno dei miei migliori amici. Notte prima degli esami ha avuto un grande successo. Come te lo spieghi? Credo sia diventato un film cult perché ha abbracciato diverse generazioni, spesso in contrasto fra loro. Alle teenager piacciono i ragazzi belli e bravi, le generazioni precedenti – che so, i papà, i nonni… – si ricordano della loro vita scolastica. Tutti insomma si sono appassionati a questo film. Brizzi poi ha avuto la sagacia di prendere attori come noi che non eravamo dei nomi – tranne Giorgio Faletti e un poco Cristiana Capotondi -: considero un atteggiamento sano quando un regista si comporta in questo modo. Infatti, ha funzionato. Eros, della tua vita, che ne dici? Io sono figlio unico, vengo dalla provincia di Como dove vive mia madre, ho frequentato lo Scientifico e ora qui a Roma il Dams. Mi piace scrivere, mi appassiona il cinema, tanto che vado alle proiezioni per la stampa. A vent’anni mi ero trasferito a Milano per lavorare nel mondo della moda, ma non era per me; così facevo il direttore artistico nei locali, occupandomi di pubbliche relazioni. Si guadagnava bene, ma era troppo stancante star dietro alle persone. In fondo io sono un solitario, pur amando la compagnia, tant’è vero che vivo con alcuni amici. Da Milano, sono sceso a Roma tre anni fa: qui ho lavorato parecchio con la pubblicità e in alcune fiction, come Carabinieri. Preferisco però lavorare con la pubblicità piuttosto che in una fiction idiota come ce ne sono tante. Certo, con la pubblicità si guadagna, ma l’attore conta poco… È vero, resta il prodotto: psicologicamente è deleterio per un attore non venire considerato. Io poi sono molto sensibile, attento a tutto ciò che mi succede intorno, ma la mia sensibilità è un’arma a doppio taglio, perché vedi cose che ti possono turbare, mentre i miei amici sono più distratti. Però sono determinato, mi piace avere un obiettivo da raggiungere, anche se non sarei pronto a fare qualsiasi cosa… Certo, una volta che sei sul set, è proprio bello: il cinema ti dà un impatto meno immediato sul pubblico della tivù, ma più duraturo e questo accresce l’autostima. Anche se io cerco sempre di ridimensionarmi dopo un successo, una esplosione, voglio lavorare subito, come ho sempre fatto, non stare ad aspettare. Eros, le cose in cui credi e i desideri per il futuro. Io credo molto nel rispetto verso le persone, uno di quei sentimenti che ti portano in una situazione di tranquillità nei rapporti, anche perché non sopporto l’arroganza. Meglio essere una persona buona nella vita che un ottimo attore sullo schermo ma poi brutto nella vita: e guarda che ce ne sono! Dico questo, perché mi sono trovato in situazioni all’opposto di quelle in cui ero cresciuto… Ora, mi trovo in un momento un po’ dispersivo, aspetto di lavorare a settembre nel sequel di Notte. Leggo parecchio, ma mi mancano i viaggi che facevo in passato – io sono uno molto global -, spesso con mia madre: fra l’altro, mi spiace non poter condividere con lei la mia quotidianità. Il mio futuro? Spero di fare qualcosa che mi piace, fosse anche andare a vendere cocco sulla spiaggia (ride, ndr), se scoprirò che questa è la mia vocazione! Ma ho fiducia che il cinema italiano si possa ancora fare….

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