Case e famiglie sott’acqua. Ma che c’entra la qualità della scuola?
Ci stiamo preoccupando (e accapigliando) per le tremende conseguenze di un disastro ecosistemico sempre annunciato e mai organicamente considerato. I fiumi esondano. Case e famiglie sott’acqua. Ma che c’entra la qualità della scuola? Eppure – a ben pensare – la nostra scuola italiana sembra assomigliare a un vasto territorio di cui sempre si proclama la centralità e si dice seriamente di preoccuparsi, ma di cui puntualmente poi ci si dimentica.
Sì, interventi qui e là, ma quasi mai alla radice dei problemi. Si piange a valle. Ma è a monte che si deve faticosamente risalire. Il che chiede almeno di cercare attrezzature e mezzi, soprattutto idee e azioni, per la risalita. E così la scuola, che abbisogna di una cura sistemica e non di qualche spruzzatina di aloe fresca, che – sicuramente in buona fede – vorrebbe lenire, colmare lacune e correggere distorsioni, ma in pratica figlia di quell’improvvisazione tipica di chi di fronte alla ennesima esondazione corre ai ripari con qualche pala, con qualche idrovora e canotto di salvataggio, ma poi, conquistata la riva e spenta la furia, si mette allegramente a bivaccare.
Anche la scuola è una grande laguna che un po’ alla volta rischia di sprofondare per troppe prolungate incurie o semplici innovazioni del momento. Abbiamo tutto a dispozione: intelligenze, menti pensanti, esperienze eccellenti. Stiamo andando da un’altra parte.
Serve ora stringere tra tutti un patto di solidale impegno, di reciproco aiuto a ben-comprendere e a ben-fare. Senza badare a mezzi e a sacrifici. Come proclamato più volte dall’Onu, (ma è ancestrale patrimonio di tutte le religioni e di ogni vera fede laica), “nell’educazione un tesoro”, il tesoro dell’umanità.
Serve risalire insieme al monte del credere e dell’educare.
__