Fiume Sarno, fase 2 torna l’inquinamento

Grazie alla fase 1 dell'emergenza Covid il fiume Sarno, in Campania,  ra ritornato ad avere acque limpide ma con l'avvio della fase2 sono ritornati gli scarichi illegali
Peppe Hapax su pagina Facebook Maria Teresa Imparato, Legambiente Campania

Da quando l’Italia è passata alla fase 2 dell’emergenza Covid-19 sono ritornati gli scarichi illegali nel fiume Sarno, il corso d’acqua più inquinato d’Europa.

Con il lockdown di marzo e aprile lo stato delle acque del fiume era migliorato notevolmente a causa dell’assenza di scarichi industriali non purificati e in gran parte abusivi. Il cambiamento era ben visibile: acque limpide e la rigenerazione parziale di madre natura.

«Durante il lockdown – scrive Maria Teresa Imparato, presidente di Legambiente Campania, in un post su Facebook – il fiume Sarno, tra i più inquinati d’Europa, aveva ripreso colore, quello degno di un corso d’acqua superficiale. Si è ripartiti facilmente e puntualmente con scarichi che lo hanno riportato alla normalità». La foto postata dalla Imparato (del fotografo Peppe Hapax) parla chiaro: il corso d’acqua ritorna ad essere intorpidito dai liquami.

Anche il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, indignato per la notizia, scrive su Facebook «Siamo in Campania e questo è il fiume Sarno: al primo giorno di allentamento dei divieti e di riapertura delle aziende sono ricominciati gli sversamenti. In tantissimi mi avete mandato queste foto e video, e vi ringrazio: l’ho sempre detto che sono i cittadini le sentinelle del territorio. Per questo, anche grazie alle vostre segnalazioni, subito ho attivato i Carabinieri del Noe per controlli e indagini in zona, indagini prontamente partite. Confermo quindi che tutti gli enti predisposti sono sul posto per controllare e per individuare il colpevole».

Nel periodo di quarantena il ministero, grazie all’attività dei Carabinieri e della Guardia Costiera, ha potuto monitorare il miglioramento dello stato delle acque e la rigenerazione della natura che stava riprendendo i suoi spazi.

Per salvare il fiume Sarno è già pronto un Masterplan predisposto dall’Autorità di Distretto su mandato del ministro Costa, che va ad integrare le azioni in corso da alcuni Enti locali e dalla Regione Campania.

Il fiume, lungo 24 chilometri, insieme ai torrenti connessi Solofrana e Cavaiola attraversa tre province campane – Avellino, Napoli e Salerno – e ben trentanove Comuni. La relativa emergenza ambientale coinvolge dunque una popolazione che oscilla tra i settecentocinquantamila e il milione di abitanti.

«Si sta verificando ciò che temevamo – ha sottolineato Francesco Emilio Borrelli consigliere regione Campania dei Verdi – il ritorno delle attività produttive ed umane sta riportando il nostro mare, i nostri fiumi, la nostra aria ed i nostri territori nelle medesime condizioni disastrose in cui versano prima dell’emergenza sanitaria.

Non dobbiamo assolutamente sottovalutare questo campanello d’allarme perché di questo passo le cose peggioreranno sempre di più fino ad arrivare ad un punto di non ritorno ed allora ci ritroveremo in un disastro molto più devastante di un’epidemia. Per questo abbiamo chiesto controlli a tappeto sulle aziende e le industrie che hanno riaperto per fermare una nuova devastazione ambientale. Dobbiamo cominciare a pensare e a mettere in atto un sistema economico eco-compatibile e soprattutto dobbiamo fare la guerra ai criminali che inquinano la nostra terra, con sversamenti abusivi ed illegali, serve il pugno duro con questa gente».

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