Fism per un “villaggio dell’educazione”. Prima i bambini
La Fism federa 6700 scuole dell’infanzia pubbliche, paritarie, non profit, di ispirazione cristiana. Partecipa con una decina di altre associazioni professionali, al tavolo parlamentare per la trasformazione della scuola, promosso da Città Nuova e Mppu.
Di recente ha lanciato un appello al Governo per interventi urgenti, nella Legge di Bilancio, a favore delle scuole paritarie. In assenza di questi, infatti, molte chiuderanno per gli alti costi dell’energia e a causa delle restrizioni in pandemia. Si chiede «un intervento urgente e strutturale, da inserire nella legge di Stabilità avendo già un capitolo di spesa specifico per le scuole dell’infanzia paritarie, al fine di evitare la chiusura di molte scuole». Il Presidente Giampiero Redaelli, in occasione della Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e adolescenza, lo scorso 18 novembre, ha affermato: «Non sia una mera ricorrenza sul calendario, bensì un momento opportuno per verificare la reale situazione dei diritti»
Nel 1973 la CEI ha promosso la costituzione della Fism sulla base di esperienze associative già operanti. Oggi tutte le scuole sono paritarie ai sensi della legge 62 del 2000. Alla Fism fanno riferimento 9000 realtà educative e di istruzione, gestite da congregazioni religiose, parrocchie, enti morali, associazioni di genitori, cooperative, diversi Enti del Terzo Settore. Si tratta di 6700 scuole dell’infanzia 3-6 anni e di 2300 servizi educativi per la prima infanzia 0-3 anni (asili nido e sezioni primavera), per oltre 450 mila bambine e bambini. Le scuole sono impegnate a «promuovere l’educazione integrale del bambino, secondo una visione cristiana dell’uomo, del mondo, della vita». Nell’articolo 2 dello Statuto la Fism fa propri i contenuti delle dichiarazioni ONU sui diritti dell’infanzia e quelli sanciti dalla Costituzione italiana.
Il consulente ecclesiastico nazionale è don Gesualdo Purziani di Senigallia, Presidente Fism regionale. La Fism firma contratti nazionali di lavoro con le organizzazioni sindacali. Pubblica “PIB – Prima i Bambini” ed il Manuale per la gestione delle scuole. In particolare riconosce la libera scelta educativa delle famiglie per un effettivo pluralismo delle scuole pubbliche ed il coinvolgimento dei genitori nella realizzazione del progetto educativo e nella vita della scuola.
La Fism ha recentemente lanciato un atto di accusa verso un sistema che non immette nel circuito il giusto numero di educatrici ed insegnanti di cui i bambini di questo Paese necessitano per diventare domani adulti migliori. Le scuole dell’infanzia ed i servizi educativi non riescono a trovare insegnanti ed educatrici da assumere per una programmazione errata da parte del Ministero nella formazione universitaria, perché tarata sulle scuole statali e non anche sulle paritarie. È una crisi profonda che attanaglia l’assunzione del personale presso le scuole. La Fism si batte inoltre per ridare valore al lavoro degli insegnanti. Oggi è insufficiente l’attenzione politica e culturale nei riguardi del lavoro educativo. Scarso il riconoscimento della dignità professionale. La società e lo Stato devono potenziare la sapienza pedagogica in tutte le scuole pubbliche, statali e paritarie.
Le scuole Fism hanno poi tutte un denominatore comune: sono ben radicate nel territorio ed esprimono nella sussidiarietà la cura delle comunità verso le nuove generazioni. In questa ottica, è da incentivare il servizio civile nelle scuole dell’infanzia, previsto in diversi bandi regionali. È previsto un impegno di 25 ore per 9 o 11 mesi. Prezioso è il lavoro della Fism perché l’infanzia è l’età in cui si manifesta evidente la propensione dei bambini alla conoscenza, al Mistero, attraverso la curiosità verso il mondo.
In occasione dei 50 anni della Fism, il presidente Giampiero Redaelli sta lavorando con la Presidenza perché questo anniversario non segni solo una data importante per la Federazione ma possa essere un momento di «ripartenza» e «rilancio» verso il futuro dopo anni così duri. «Mai come oggi sentiamo il bisogno di uscire fuori dalle scuole e svolgere il nostro compito educativo anche e soprattutto trovando alleati in altre agenzie educative, istituzioni, enti pubblici, Università, realtà territoriali di rilievo per l’infanzia… I bambini sono un popolo a sé, da cui dovremmo imparare. Per loro non esiste la discriminazione, non esistono i confini. Vogliamo trasmettere un messaggio di pace e apertura che abbatta ogni forma di razzismo e limitazione della libertà… Dobbiamo creare un “villaggio dell’educazione ” coinvolgendo attivamente i leader del nostro Paese perché si impegnino per l’infanzia» (G. Redaelli e Rosaria De Filitto, Presidenza nazionale Fism).
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