Finisce l’era di Elisabetta II

La regina Elisabetta II d’Inghilterra è morta dopo 70 anni di regno. Suo figlio Carlo III passa automaticamente ad essere il nuovo re
La regina Elisabetta II del Regno Unito, dopo aver partecipato a un servizio di ringraziamento in occasione del centenario della Royal British Legion presso l'Abbazia di Westminster, a Londra, martedì 12 ottobre 2021. Foto: AP/Frank Augstein, Pool

La morte della regina Elisabetta II rappresenta l’ultimo punto di svolta nella storia recente del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord e del Commonwealth. Elisabetta II era la regina per eccellenza, quel monarca stimato ovunque nel mondo, noto a chiunque, che ha servito il proprio Paese con un senso del dovere che è difficile ritrovare oggigiorno. La longevità di Elisabetta, che solo qualche giorno fa aveva conferito l’incarico al nuovo primo ministro Liz Truss, ha contribuito a farle acquisire un’aria di presenza costante che rende la sua morte, anche in età avanzata, in qualche modo scioccante. Ella, che aveva giurato fedeltà ai britannici fino alla fine dei suoi giorni, è stata di parola.

Elisabetta II era un segno vivente della tradizione britannica, un elemento di stabilità e sicurezza, colei che raffigura idealmente quella continuità delle glorie del Regno Unito dalla vittoria nella II Guerra Mondiale, passando da un instabile adattamento a un regime postcoloniale e post-imperiale, fino all’uscita del Regno Unito dall’Unione europea.

Non c’è personaggio pubblico che sia stato pianto così profondamente in Gran Bretagna o la cui morte potrebbe provocare un mutamento nell’identità e nel futuro del Paese. Inutile, qui ripercorrere gli eventi principali del suo regno, eventi fausti e infausti, a cavallo tra il XX e l’inizio del XXI secolo.

La Casa di Windsor ha resistito agli sconvolgimenti grazie soprattutto al ruolo di ancoraggio svolto dalla regina. Con la sua dignità e il suo senso del dovere, sua maestà è andata oltre i titoli dei giornali scandalistici, sia per quanto riguarda la sorella travagliata, la principessa Margaret; il suo figlio maggiore ed erede, il principe Carlo, e il suo sfortunato matrimonio con Diana; o il suo secondo figlio, il principe Andrea, che è sotto inchiesta per i suoi rapporti con il finanziere caduto in disgrazia Jeffrey Epstein.

Neppure il Commonwealth, dopo la morte di Elisabetta II, sarà più come prima. Basata su una cooperazione libera e volontaria, l’organizzazione di 54 Stati membri, di cui 14 ella era anche capo di Stato, rappresenta circa un quarto della popolazione mondiale, con la maggioranza delle ex colonie britanniche. Durante il suo regno, la regina Elisabetta ha svolto un ruolo cruciale nella difesa del Commonwealth e nel mantenimento della sua rilevanza, è sempre stato una sua priorità, motivo fondamentale per cui sopravvive ancora.

Sebbene alcune delle nazioni più ricche del Commonwealth, come Australia, Nuova Zelanda e Canada, mantenevano ancora la regina come capo di Stato, altri Stati membri dei Caraibi sembrano desiderosi di rinunciare a questa prerogativa e almeno sei Paesi dei Caraibi hanno indicato che intendono rimuovere il monarca come loro sovrano, come accaduto con le isole Barbados che sono diventate una repubblica alla fine del 2021.

Il Commonwealth è stato criticato come inefficace, con una scarsa capacità nel condurre a grandi cambiamenti politici, mentre alcuni osservatori ritengono che abbia fatto il suo tempo. Eppure, il più grande obiettivo attuale del Commonwealth è quello di affrontare il cambiamento climatico, poiché è probabile che molti Stati membri ne soffriranno molto a causa dei suoi effetti. Proprio il nuovo re Carlo III ha sempre mostrato un forte interesse per i cambiamenti climatici, quindi questo potrebbe renderlo attraente per i membri del Commonwealth che, con la Brexit, resta l’ultimo baluardo di una Gran Bretagna globale.

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