Finestre sul mondo

I sensi i dicono che siamo vivi; talvolta ci ingannano, spesso sono meravigliosi compagni di viaggio.
Una bambina col gelato

Lo sguardo cambia nel tempo. Stefano mi racconta della cena con i compagni del liceo a dieci anni dalla maturità e di come a distanza di dieci anni le ragazze sembrassero tutte più belle. «Il tempo le ha migliorate», conclude. Penso voglia dire una cosa gentile e così l’hanno accolta certamente le ragazze interessate, cui non ha mancato di farlo notare. Eppure mi è rimasto un dubbio. Non di quelli che ti tormentano la vita, solo un piccolo dubbio. Dopo dieci anni sono cambiate le ragazze o sono cambiati gli occhi dei ragazzi e il loro modo di guardare all’altra metà del cielo?

L’udito si sviluppa nel silenzio. Il papà di Guido nasconde a stento il suo stupore, sembra quasi voglia scusarsi. È appena terminato il concerto per piano e orchestra diretto da un famoso direttore rumeno. Al pianoforte si è esibito il figlio di soli otto anni, pianista eccellente. «A tre anni e mezzo è venuto da me e mi ha detto che voleva diventare come Mozart. Noi non abbiamo fatto nulla. I miei genitori sono sordi assoluti e io sono sempre vissuto nel silenzio», prosegue. Le orecchie di Guido dove si sono formate alla musica?

Il gusto dipende dalla cultura. «Per noi inglesi la cucina italiana non è poi così variegata», mi dice Anthony, londinese. «La cucina è ottima. Ma quando devo scegliere tra molti tipi di pasta, non riesco a cogliere le differenze. Cambia il condimento, ma è sempre pasta». Attento Anthony, lo sai che per gli italiani toccare la pasta, la mamma e la religione è sacrilegio… Lascio da parte l’improvviso patriottismo e mi interrogo: allora le sensazioni del mio palato sono condizionate dalla mia cultura?

L’olfatto talvolta ci inganna. «Quegli odori si erano fatti troppo molesti. Insopportabili», mi racconta Emilio, distinto milanese. «Ho subito pensato che i nuovi vicini di casa fossero asiatici o marocchini. Ho preso coraggio e sono salito, pronto a farmi sentire. Immagina il mio stupore quando mi ha aperto la porta un’elegante signora veneta… di mezza età!». Gli odori sono tracce ingannevoli.

Il tatto può aprirci al mondo. Pranzo di lavoro, un anziano professore, botanico in Svezia allunga la mano sulla frutta e strappa una piccola foglia a un arancio. La passa tra le mani e dice: «Senti l’umidità, la forma, la consistenza. È un racconto del viaggio evolutivo che nei millenni l’ha portata a diventare così come è». Ha ragione san Bernardo quando dice che le foglie ti insegneranno cose che nessun maestro ti dirà. Toccare per credere.

I sensi sono le nostre finestre sul mondo, ci dicono che siamo vivi; talvolta ci ingannano, spesso sono meravigliosi compagni di viaggio.

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