Fine vita: manifesto interreligioso dei diritti

Presentato a Roma un lavoro frutto della sensibilità nei confronti del dialogo tra religioni in ambito sanitario

Un manifesto che definisce i diritti e garantisce, oltre alle cure, il rispetto della dignità e il supporto religioso e spirituale per chi si trova nella fase finale della vita in strutture sanitarie. Il Manifesto interreligioso dei diritti nei percorsi di fine vita è stato presentato nel Salone del Commendatore del Complesso Monumentale del Santo Spirito a Roma.

Un lavoro importante frutto di una particolare sensibilità nei confronti del dialogo interreligioso in ambito sanitario, volto a creare un percorso che porti ad impegni concreti e che si traduce in nove punti:

Diritto di disporre del tempo residuo
Ogni persona deve essere reso consapevole del suo percorso di cura e del possibile esito, secondo i protocolli terapeutici più aggiornati, affinché possa gestire la propria vita in modo qualitativamente soddisfacente, anche in relazione alla propria spiritualità e fede religiosa.

Diritto al rispetto della propria religione
Ogni persona ha il diritto di comunicare la propria fede religiosa alla struttura sanitaria affinché possa essere rispettata, in conformità alla normativa sulla privacy.

Diritto a servizi orientati al rispetto della sfera religiosa, spirituale e culturale
Ogni persona ha il diritto di usufruire di servizi rispettosi della sua sfera religiosa, spirituale e culturale, compatibilmente con le possibilità organizzative. A tal fine la struttura sanitaria deve promuovere adeguati percorsi informativi e formativi per gli operatori.

Diritto alla presenza del referente religioso o assistente spirituale
Ogni persona ha diritto di avere accanto il proprio referente religioso o assistente spirituale cui sia garantito l’accesso, compatibilmente con l’organizzazione dei servizi sanitari.

Diritto all’assistenza di un mediatore interculturale
Ogni persona ha il diritto nel percorso di fine vita di potersi avvalere di un mediatore interculturale o altra persona competente autorizzata, il cui intervento viene favorito dalla struttura sanitaria.

Diritto a ricevere assistenza spirituale anche da parte di referenti di altre fedi
Ogni persona ha il diritto di chiedere, qualora l’assistente spirituale della propria fede non fosse disponibile, l’assistenza da parte di un referente di altra fede.

Diritto al sostegno spirituale e al supporto relazionale per sé e per i propri familiari
Ogni persona ha il diritto di ricevere all’interno della struttura sanitaria il sostegno spirituale e il supporto relazionale per sé e per i propri familiari.

Diritto al rispetto delle pratiche pre e post-mortem
Ogni persona ha diritto al rispetto delle pratiche pre e post mortem previste dalla religione di appartenenza. La struttura sanitaria è tenuta a conoscere tali pratiche, a formare adeguatamente il proprio personale e a creare le condizioni perché queste pratiche possano essere realizzate, in conformità con la normativa vigente.

Diritto al rispetto reciproco
Ogni diritto porta come conseguenza il dovere di ognuno di rispettare il credo religioso degli altri, siano essi pazienti, familiari o personale di cura.

Il documento è il punto di arrivo di un percorso pienamente condiviso tra le confessioni religiose, che rende possibile la trasformazione dei nove diritti sottoscritti in procedure operative.

È significativo il fatto che le confessioni sottoscrivano un testo comune nella Settimana Mondiale dell’Armonia Interreligiosa promossa dall’Assemblea Generale dell’Onu. Il gruppo promotore, costituito da ASL Roma 1, GMC – Università Cattolica del Sacro Cuore e Tavolo interreligioso di Roma, vuole essere anche un punto di riferimento per realizzare e sostenere nuove iniziative volte a promuovere il percorso quale modello di accoglienza, sostegno e rispetto della fede di tutti replicabile in altre realtà sanitarie.

Oltre al gruppo promotore, i firmatari del Manifesto sono: Centro Islamico Culturale d’Italia, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, Diocesi Ortodossa Romena d’Italia, Hospice Villa Speranza – Università Cattolica del Sacro Cuore, Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, Unione Buddhista Italiana, Unione Comunità Ebraiche Italiane, Unione Induista Italiana, Unione Italiana Chiese Cristiane Avventiste del Settimo Giorno, Vicariato di Roma, AVO (Associazione Volontari Ospedalieri), CSV Lazio (Centro Servizio per il Volontariato), Cittadinanzattiva – Tribunale per i Diritti del Malato, un Operatore Socio Sanitario in rappresentanza della categoria. Presenti alla cerimonia di firma oltre ad Angelo Tanese, direttore ASL Roma 1, Maria Angela Falà, presidente Tavolo Interreligioso di Roma e Pier Francesco Meneghini, presidente GMC – Università Cattolica del Sacro Cuore, il ministro della Salute, Giulia Grillo, l’assessore Sanità e integrazione Socio-Sanitaria Regione Lazio, Alessio D’Amato, e il presidente Fnopi, Barbara Mangiacavalli.

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