Fine anno 2020, bilanci difficili?
È difficile tirare le fila di questo duro anno 2020, lo è stato un po’ per tutti, in modo e misura diversa. Sui social o per le strade si osservano tutte le difficoltà che la pandemia ha portato con sé, dalla malattia fisica al disagio mentale, la perdita del lavoro, la chiusura di imprese, le saracinesche dei locali abbassate, il silenzio della musica, la triste chiusura di tutto il mondo dell’arte e dello spettacolo, i centri sportivi spenti e potremmo andare avanti con la lista. Penso che la cosa che più ci mette in crisi sia l’incertezza verso il futuro, questa perdita di un controllo apparente delle cose, l’impossibilità di scegliere fino in fondo quello che si vuole o non si vuole fare, la scomparsa delle nostre abitudini a cui eravamo tanto affezionati.
È stato un anno di “perdite”, di innumerevoli lutti di persone e anche di aspetti simbolici, vuoti nelle nostre vite. Per questo a volte per strada ci ritroviamo tutti un po’ più arrabbiati, la nota musicale che sta sotto il “fastidio” è un dolore, una frustrazione. Quando la rabbia diventa compagna di viaggio c’è qualcosa da rivedere, c’è una ferita da curare. L’anno pandemico è un lungo evento difficile e stressogeno che possiamo vivere e elaborare un pezzo per volta.
Allo stesso tempo c’è chi ha trovato lavoro immettendosi in nuovi settori emergenti o in cui sono aumentati i bisogni, come il settore sanitario, e-commerce, il settore digitale, i prodotti di sanificazione. Il mondo cambia e anche l’offerta del lavoro si modifica, gli imprenditori creano e modificano il proprio business. Come diceva Darwin: «Non è la specie più forte o la più intelligente a sopravvivere, ma quella che si adatta meglio al cambiamento». C’è anche chi si è sposato con la mascherina, tanti bambini sono nati –nonostante tutto- , c’è chi ha sofferto di meno la propria “diversità” in questo mondo rallentato più a misura d’uomo, c’è chi ha imparato tante cose nuove e ha fatto di alcuni limiti opportunità, e poi c’è anche chi si è fermato e ha fatto i conti con se stesso e con le priorità che desidera.
Quest’anno più che mai abbiamo bisogno di momenti piacevoli dove ricaricare le batterie, sì proprio così ci auguriamo lavoro, salute, e amore come ogni anno, ma anche puro divertimento. Abbiamo bisogno di energie, libertà, bellezza, esperienze emozionanti, stare insieme agli amici, abbracciare fino a farsi venire il torcicollo, ballare e sentire il calore di chi ti sta attorno, emozionarsi perché la musica entra nei ricordi e nella pancia.
Ci sentiamo disorientati, il vecchio non c’è più e tante cose probabilmente cambieranno e il nuovo cos’è o cosa sarà? A queste domande forse non abbiamo ancora risposte, ma possiamo recuperare in memoria un’esperienza difficile passata che abbiamo superato bene e consapevolizzare che ci sono delle risorse dentro di noi che ci permettono e ci permetteranno di affrontare ogni presente.
Alla fine di quest’anno guarderei maggiormente ai bambini e invece di chiedere la pagella, chiediamogli come stanno, come hanno vissuto questi mesi, possiamo aiutarli a dare senso a tutto questo, a rimasticare emozioni spiacevoli, mettendo insieme il fatto che la vita è fatta di cose belle e brutte; i problemi si possono affrontare.
Vorrei avere i poteri magici e poter scrivere «andrà tutto bene», ma è un’illusione non potrà andare tutto bene come non potrà andare tutto male, staremo alla giostra della vita e faremo il meglio che possiamo.
Vorrei augurarvi il tempo per ascoltare le persone care e stare con loro, ma starci veramente, con contatto pieno in cui gli occhi si incontrano e l’anima vibra.
Vorrei augurarvi di progettare come se la vita fosse eterna e con la consapevolezza che potremmo perderla in qualsiasi momento, che c’è una finitudine che può farci assaporare ancora di più il presente.
Vorrei augurarvi di innamorarvi o rinnamorarvi con quel sentimento che fa un po’ girare la testa e fa fare pazzie.
Vorrei augurarvi di attraversare il dolore ed uscire dal tunnel. Perché in fondo dolore e felicità sono un po’ compagne, disperazione e creatività possono suonare insieme, pessimismo e speranza possono viaggiare all’unisono. Tutti questi auguri li faccio anche un po’ a me stessa, perché una cosa che il pallino rosso pieno di pungiglioni ci ha insegnato è che siamo tutti in connessione. La creatività ci salverà!