Finchè c’è luce
Sriva erbosa di un ruscello trasparente, cresceva una piccola margherita: era così vicina all’acqua che le bastava allungare un po’ il capino, per specchiarsi in essa. La margheritina era felice: amava il ruscello, il vento che la cullava dolcemente, il sole che la riscaldava. Ma, più di tutti, amava un passerotto che volava instancabile, sopra di lei. Ogni tanto, l’uccellino lasciava il bel cielo azzurro e veniva a raccontarle, con entusiasmo, quello che aveva visto nei suoi lunghi voli. Quando taceva, toccava alla margheritina raccontare. Forse, voi pensate che i suoi racconti fossero noiosi perché il suo orizzonte era limitato. Invece no, perché la margheritina ascoltava la voce del ruscello che scorreva accanto a lei: le piccole onde venivano da lontano, ne avevano viste di cose! I loro racconti, la margherita ripeteva al passerotto, insieme ai canti dei grilli e delle cicale. Il piccolo fiore e l’uccellino, si volevano molto bene. La margherita non invidiava il passerotto che poteva spaziare nel cielo sconfinato; sapeva che lui la portava sempre nel cuore, così era come se volasse anche lei. E il passerotto amava la compagnia della margherita, la quale gli insegnava ad apprezzare le piccole cose che lui, nella sua vita frenetica, rischiava di trascurare. Un giorno, il passerotto compì un ampio giro nel cielo, poi si posò, come al solito, accanto alla sua amica, ma rimase in silenzio. Anche la margheritina non disse nulla, le sembrava che ci fosse qualcosa di strano nell’aria; persino le onde del ruscello scivolavano via silenziose. Finalmente il passerotto parlò: Io devo partire disse semplicemente. Sei partito tante volte, ma tornerai. Certo che tornerò. Tu aspettami finché c’è luce. Il passerotto la baciò teneramente sul capino, aprì le ali e un istante dopo era diventato un minuscolo punto scuro, nel cielo sconfinato. Lei lo seguì con lo sguardo, drizzandosi sullo stelo più che poté, finché non vide più nulla.Allora ripensò a quello che le aveva detto: Aspettami finché c’è luce. Ora le pareva che anche le onde del r scello ripetessero quelle parole e che il vento le diffondesse tra i fili d’erba, tra le fronde degli alberi, in mezzo alle nuvole bianche. La margheritina, ormai, viveva attendendo il ritorno del passerotto. Aspettava tranquilla, senza timore perché c’era l’acqua del ruscello, il canto dei grilli, l’andirivieni delle formiche a tenerle compagnia. E poi c’era la luce del giorno, la luce del sole e il passerotto aveva detto: Aspettami finché c’è luce. Così, la sera, spiava il sole che si coricava là, in fondo al grande prato e seguiva con lo sguardo anche l’ultimo debole raggio che andava spegnendosi all’orizzonte. Poi si addormentava felice perché sapeva che, il giorno dopo, la luce sarebbe ritornata e, forse, avrebbe riportato il suo piccolo amico alato. Ma intanto i giorni passavano e la margherita sentiva venire meno le sue forze. La sera, non ce la faceva più a reggersi diritta sullo stelo, per accompagnare con lo sguardo l’ultimo raggio di sole, le piccole radici facevano sempre più fatica a trarre il nutrimento dal terreno e i suoi bei petali bianchi incominciavano ad avvizzire. Finché un giorno tutto si offuscò davanti a lei: forse il sole non era ancora sparito dal cielo, forse la luce splendeva ancora, ma la margherita non poteva più vederla.Tutti i suoi petali ormai si erano chiusi, il suo stelo piegato. Non vedeva più nulla, era immersa in un buio profondo. A un tratto, sentì una carezza lieve sfiorarle il capino: Forse adesso sto sognando , pensò. Poi udì una voce che la chiamava: Margheritina, margheritina, mi senti?. Lei sussultò… non poteva sbagliarsi: quella era la voce del suo piccolo amico! Perché sei arrivato solo ora – chiese con un filo di voce -. Adesso non è più il tempo. Perché non è più il tempo?. Perché non c’è più luce e io non posso più vederti. Non c’è più la luce che conoscevi prima… , disse il passerotto e intanto prese delicatamente tra il becco lo stelo della margheritina, sradicò le radici ormai secche, poi volò in alto, sempre più in alto, reggendola saldamente.Volarono a lungo, in silenzio. Finalmente il passerotto chiese: Margheritina, margheritina, mi vedi?. Sì, sì, ora ti vedo! Ma è tutto diverso qui …c’è un’altra luce …. È una luce che non si spegne mai. E anche noi non ci lasceremo mai?, chiese la margheritina, mentre il cuore le batteva forte forte. Mai – rispose il passerotto -. Mai.