Finalmente si spera!

Io e te di Bertolucci e The angel's share di Ken Loach portano un soffio di speranza sulla Croisette
brad pitt

Sarà che a Cannes di pioggia ne è venuta giù tanta, ma anche i film sulla Croisette non erano molto allegri. Finora.
 
Una boccata d’aria lo ha dato l’ultimo lavoro di Bertolucci, 71 anni, ormai rassegnato a vivere sulla sedia a rotelle, dopo anni di depressione. Una rassegnazione che è accettazione serena, non disillusa. Il suo piccolo grande film Io e te, presentato fuori concorso, è tratto dal brevissimo romanzo di Ammanniti. Due adolescenti, lei tossica, lui rifugiato in cantina per sfuggire alla famiglia. Due solitudini che però si incontrano e alla fine si aprono timidamente ad una speranza. Un finale aperto, diverso dai soliti film in cui i tossici per forza devono finir male, morire. E un atto d’amore ad una età, quella adolescenziale, inquieta, pericolosa ma affascinante.
 
Sorride Ken Loach parlando in The angel’s share di un gruppo di giovani impegnati in lavori socialmente utili, nella Glasglow del film che è l’Inghilterra attuale con una disoccupazione giovanile alle stelle. Robbie, interpretato da un attore non professionista, è padre di un bambino, il che gli cambia la vita. Deve difendersi ogni giorno da gente che lo tormenta, ma lui vuole educare il figlio, con l’esempio, alla non violenza. Con uno stratagemma – che non sveliamo – riuscirà a trovare un lavoro.
 
Insomma, qualche spazio di cielo si rivede. Ma non negli Usa, dove un Brad Pitt (nella foto) violentissimo in Killing them softly conclude che «in America ognuno è solo. Questo non è un paese, ma un business». Lo sapevamo già, caro Brad.

I più letti della settimana

Il sorriso di Chiara

Abbiamo a cuore la democrazia

Carlo Maria Viganò scismatico?

La filosofia dello sguardo

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons