Filosofia, scienza e fede sono tutte necessarie

All'astrofisico Piero Benvenuti il secondo premio “Renata Borlone, donna in dialogo” in una giornata-convegno sul rapporto tra le discipline scientifiche e umanistiche.
L'astrofisico Piero Benvenuti

Proprio nell’anno della fede, il coraggio di Benedetto XVI ci ha ricorda che una teologia che non tenga conto del pungolo continuo della ricerca filosofica e delle sollecitazioni scientifiche non è autentica teologia e il premio “Renata Borlone, donna in dialogo”, assegnato a metà febbraio a Loppiano all’astrofisico e cosmologo Piero Benvenuti, ha appassionato il pubblico presente e quello collegato via internet, mostrando la ricchezza oltre che la necessità di tale relazione.

Interazione tanto più urgente se si vuole conoscere l’origine dell’universo, oggetto della tavola rotonda del mattino, dal titolo “In principio…” a cui hanno preso parte, oltre al professor Benvenuti, anche il teologo Piero Coda e il filosofo della scienza Sergio Rondinara. Cosa sia successo nel tempo precedente l’istante “10 alla meno 43 secondi”, quello oltre il quale, nella teoria del big bang, si afferma sia impossibile risalire cronologicamente,la scienza non è in grado di spiegarlo ne dimostrarlo.Per spiegare il “principio”, ha precisato il professore, la scintilla prima che ha dato origine al cosmo, occorre avventurarsi in ambiti diversi: teologia e filosofia in primis.

Sergio Rondinara, filosofo della scienza, ha spiegato poi che il percorso scientifico è profondamente legato alla nostra identità: non riusciremo a capire noi stessi, chi siamo e dove andiamo, se non conosciamo anche il “dove” che abitiamo, l’universo, appunto. La teologia, ha poi proseguito Piero Coda, si pone la questione del senso della realtà, del principio del tutto, non solo in base ad un”esperienza personale o ad una tradizione di pensiero, ma perché siamo esseri in dialogo con Dio. Un Dio – ha continuato il teologo -– che guarda al mondo con infinito amore e dunque anche noi siamo chiamati a restituire lo sguardo con lo stesso amore.

La figura di Renata Borlone, alla quale il premio è intitolato e “serva di Dio”, è stata al centro della prima parte del pomeriggio nella quale ci si è anche interpellati sulla opportunità di sostenere le cause di beatificazione. “Se la proclamazione della santità di qualcuno serve a far riconoscere il primato di Dio, perché no?” – aveva affermato nel settembre scorso, Maria Voce, presidente dei Focolari, in occasione di LoppianoLab. E chi ha conosciuto Renata personalmente, sa bene quanto queste parole definiscano Renata meglio di qualsiasi altra. Un percorso di santità il suoche è testimonianza “del rapporto, della relazione, della sinodalità, della reciprocità con chi ci sta accanto”, come affermava sempre Maria Voce.

E’ seguita la cerimonia di premiazione del prof. Piero Benvenuti, attualmente docente di Astrofisica presso l’Università di Padova, Consultore del Pontificio Consiglio della Cultura e direttore del CISAS (Centro Interdipartimentale degli Studi e attività spaziali). A motivo di tale riconoscimento la costante tensione al trascendente nel suo lavoro scientifico; l’opera di diffusione e divulgazione della verità scientifica quale contributo veritativo sulla persona umana; e l’apporto al dialogo tra scienze della natura e teologia cristiana sia nell’ambito della ricerca che della formazione degli operatori didattici.

Numerosi i messaggi di congratulazioni e saluto giunti per l’occasione, fra i quali quello del Card. Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura: “L’esempio di Renata Borlone – ha scritto – con la sua dedizione al servizio dei fratelli che si è intimamente intrecciata con la sua passione per la scienza, è una splendida testimonianza di un possibile percorso di crescita personale dove la fede e la scienza risultano unite e non contrapposte. Sono particolarmente felice di poter dire che anche nell’itinerario del prof. Benvenuti la sua passione per la scienza è segnata da un movimento di convergenza tra il sapere scientifico e la fede vissuta”.

Il prof. Piero Benvenuti ha poi tenuto la lectio magistralis dal titolo: “La cosmologia è veramente necessaria?”. illustrando i fondamenti della cosmologia quale scienza “a portata d’uomo”, che risponde alla naturale aspirazione umana verso il futuro e l’universale, verso l’eschaton. E rivolgendosi a Renata stessa, ha concluso: “Ora che lei vede la verità faccia a faccia, ci aiuti a proseguire nel cammino scientifico in un orizzonte che sta sempre un po’ più in là di quello che la nostra ricerca razionale ci mostra”. Al termine alcuni artisti hanno offerto un omaggio musicale, sublime espressione dell’infinita bellezza racchiusa nell’universo.

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