Figli protagonisti

Qualche consiglio per il fine settimana tra sentimenti e gags più o meno nuove. Nelle nostre sale l'offerta è varia
Maisie

Thermae Romae

Va bene che i giapponesi amano la cultura italiana, ma cimentarsi con il peplum e raccontare dell’architetto termale Lucius Modestus – il divo nipponico Abe Hiroshi, enigmatico e atletico – che va e viene oltre il tempo dall’antica Roma al Giappone tecnologico, di cui si prende le invenzioni,   è un bel salto. Eppure il regista Takeuchi Hideki ci prova gusto e presenta l’imperatore Adriano, le terme, Villa Adriana, un erede antipatico e tra Verdi e Puccini – idolatrati in Giappone –, fra Marce dell’Aida e “Vincerò” la storiella diverte nella sua assoluta surrealtà. Soprattutto perché non si prende sul serio. All’apparenza, perché tutto è calcolato al millesimo e, nonostante le molte sbavature latine evidenziate dal doppiaggio, Roma e Tokyo vanno d’accordo, tanto più che c’è già il sequel e poi il film è stato girato a Cinecittà!

La gelosia

Philippe Garrel è rimasto alla Nouvelle Vague e porta il figlio Louis a interpretare una storia, in rigoroso bianco e nero e in assidui primi piani, di gelosia tra un attore  ispirato ma spiantato ed un’attrice che non lavora e sogna un altro futuro. In mezzo ai due la figlioletta vivace. Lei lo lascia, lui tenta  inutilmente il suicidio.

Molto parlato, molto mentale, il film è il racconto di una prigionia dei sentimenti da cui non si esce e, nonostante la brevità, dice moltissime cose sull’amore e sui rapporti. Una luce fioca piove di continuo sugli ambienti chiusi e sugli esterni. Narcisistico ma interessante per gli appassionati. Presentato a Venezia 2013.

Quel che sapeva Maisie

Ancora una bambina sballottata da genitori capricciosi ed  egocentrici. Ancora una infanzia dove l’innocenza è rubata da adulti cinici. La piccola Maisie è figlia di una rockstar instabile – una sempre brava Julianne Moore – e di un antiquario cinico – Steve Coogan – che si lasciano e si prendono altre vite e altri amori. La bambina viene caricata di troppo grosse responsabilità. Il film, che ricorda il solito Incompreso, talvolta perde colpi, talaltra sale. In definitiva, un buon prodotto estivo dei registi Scott McGehee e David Siegel senza eccessive pretese se non di qualche lacrimuccia per chi è tenero di cuore.

Big Wedding

Ma che ci fanno Robert De Niro, Diane Keaton ed amici in questo filmetto americano su Don e Elli, separati, ma costretti a partecipare al matrimonio del loro figlio adottivo? Ilarità, qualche grossolanità, De Niro che si ricicla facendo dimenticare il grande attore che è stato e il filmetto scorre rapidissimo tra improbabili e solite gags. Povere vecchie glorie…

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