Fiction o cronache italiane?
La storia d'Italia, e non solo, viene raccontata sul piccolo schermo: si scava nel passato per dire del presente. In sala il documentario su un progetto di recupero dei ragazzi attraverso la musica classica.
Bene o male, la storia degli ultimi decenni della nostra Italia la sta scrivendo anche la fiction, magari scavando nel passato per dire qualcosa del presente. Succede ne Lo scandalo della banca romana (ambientato a fine ‘800), un filmone, più che una fiction, diretta con mano sicura da Stefano Reali.
Gli ingredienti per il rapporto passato-presente ci sono tutti: il banchiere romano intrallazzato col governo, i politici e i cardinali; l’ingenuo siciliano giornalista che non s’accorge di essere sfruttato, il funzionario leale che però viene fatto sparire…Della serie: meglio stare zitto e uniformarsi a quello che fanno tutti, se no non si fa carriera. Ovviamente, c’è la cantante seduttrice ma sincera, il padre onesto, insomma gli ingredienti per ammaliare il pubblico di età medio-alta che ama questo genere di spettacolo (basta osservarne la presenza in sala). Con interpreti come Lando Buzzanca, Beppe Fiorello (un po’ stereotipato, forse lavora troppo?), Andrea Osvart, Vincent Perez il gradimento è assicurato.
Non mancano poi i soliti mostri di casa nostra, a cui i telegiornali ci vanno abituando ormai da anni Così Il mostro di Firenze, per la regia di Antonello Grimaldi, ricostruisce la storia del serial killer che fra il ’68 e l’85 terrorizzò l’Italia. Attori come l’appena scomparso Corso Salani (a soli 48 anni!), il bravo Giorgio Colangeli, Ennio Fantastichini e Nicole Grimaudo recitano con disinvoltura nel consueto clichè poliziesco di buona fattura, anche se non eccelso.
Uno sguardo fuori da casa nostra fa sempre bene, ed ecco il documentario A slum Symphony di Cristiano Barbarossa che ricostruisce l’avventura, questa sì straordinaria e attuale, del progetto di recupero dei ragazzi venezuelani più poveri grazie alla musica classica, grazie anche al grande direttore Claudio Abbado. Da questo progetto che sta salvando migliaia di adolescenti stanno nascendo nuovi grandi direttori. Semplice e commovente, il documentario mostra come l’arte possa salvare la dignità dei più poveri.