Ffraternità di campanili
Di Massa Martana se ne era parlato a livello nazionale nel maggio del 1997, per via di un forte terremoto, che aveva preannunciato quello più vasto del settembre successivo: quello che colpì Assisi e Foligno, seminando danni e distruzioni anche verso Lazio e Molise. Qui ancor oggi le impalcature testimoniano la volontà di rinascita e sviluppo di una popolazione intraprendente, mai doma. Ed è proprio a causa del terremoto che l’appuntamento di quest’oggi si svolge non nelle sale medievali del municipio ancora in restauro, ma in un ampio locale prefabbricato ereditato dal sisma. Forse un simbolo di quella precarietà in cui si trovano a operare costantemente i sindaci: l’emergenza continua per rispondere con atti concreti ai bisogni e alle esigenze dei cittadini. Nella locandina dell’incontro odierno, viene ripreso il manifesto dell’appuntamento “Mille città per l’Europa” che si era svolto nel novembre scorso nella città austriaca di Innsbruck (vedi Città nuova n° 22/2001). La differenza sta solo nel perimetro evidenziato della regione umbra, irraggiante attorno a sé come cuore dell’Italia. Allora c’erano Prodi e Klestil, i sindaci di Napoli, Cracovia, Anversa, Sarajevo Qui a Massa Martana presenziano i sindaci di Spoleto, Pescosolido, Todi, Alatri oltre alla vicesindaco di Innsbruck che assicura la continuità. Certamente una partecipazione meno importante di quella nel Tirolo austriaco; ma era proprio questo che si sperava, che cioè dall’incontro di Innsbruck gemmassero altri appuntamenti, più capillari. Appuntamenti del genere sono già avvenuti, ad esempio, nel frusinate, in Ungheria, Irlanda, Cechia, Slovenia Anche oggi, partecipano al meeting sindaci di diversi partiti, di sensibilità talvolta lontanissime, uniti però dalla comune volontà di proporre ai propri elettori un valore, quello della fraternità, che pare un cemento a presa rapida, al di là degli interessi particolaristici. Un legame fatto non tanto di dichiarazioni di principio, di qualche frase in politichese buttata lì rapidamente dagli uffici stampa o di qualche evocazione politically correct, quanto di concretezza, di commissioni comuni, di convergenza su progetti particolari. Sul tavolo di presidenza si nota proprio l’esemplificazione di quanto detto: uno accanto all’altro, infatti, siedono due sindaci eletti da coalizioni di centro-sinistra (Massa Martana e Spoleto) e uno di centro-destra (Fossato di Vico), accomunati dal progetto di “introdurre nella politica la categoria della fraternità”. La vicesindaco di Innsbruck, Ilde Sachs, permette di inserire tutto ciò in un contesto europeo fatto di luci e di ombre. Se infatti si assiste un po’ ovunque “al rafforzamento dei comuni nei confronti delle altre istituzioni dello stato con un aumento degli oneri addossati ai comuni”, nel contempo “le risorse non aumentano ed è difficile imporre nuove tasse”. E se “il comune è l’istanza politica più vicina al cittadino”, troppo spesso il campanilismo “impedisce la ricerca del bene comune oltre il territorio comunale”. La fraternità, secondo la Sachs, è una risposta, anzi “la” risposta, perché frutto “del profondo umanesimo cristiano proposto dal Movimento dell’unità”. Giampiero Gubbiotti, sindaco di Massa Martana, non ha dubbi: “L’Umbria è la culla della pace, non solo perché Francesco qui ha operato. Ma è anche la terra dei campanili. Come conciliare diversità di ispirazioni e di interessi? Cercando ciò che unisce, piuttosto che ciò che divide”. Una sorta di “fraternità dei campanili”, o di “fraternità tra campanili”. Un valore che, secondo il sindaco di Fossato di Vico, Francesco Monacel- li, va coniugato “con sussidiarietà e prossimità”. Ciò non vuol dire solo gemellaggi tra comuni diversi, ma “creare strutture di fraternità, cooperazione amministrativa, scambio di esperienze”, in modo che “il campanile diventi elemento di coesione”. Il sindaco di Spoleto, Massimo Brunini, non aveva messo in conto l’avventura di Innsbruck, a cui aveva partecipato quasi per accontentare chi lo aveva invitato. Poi le scoperte sulle rive dell’Inn: “Mille città, mille popoli, mille minoranze, mille storie, mille campanili E la diversità diventa risorsa, non mera globalizzazione “. Non un’Europa “che diventa gabbia asfissiante della esclusiva dimensione finanziaria, ma un nuovo umanesimo”. Quindi un desiderio: “Se l’Umbria ha avuto dei figli come Benedetto da Norcia e Francesco d’Assisi che hanno parlato al mondo intero, oggi noi sindaci umbri possiamo essere portatori di messaggi nuovi, una punta avanzata di fraternità e solidarietà che parli a tutto il mondo”. E per far ciò auspica che tutti i presenti seguano “il faro acceso per noi dal pensiero di Chiara Lubich”. “La passione per la propria terra – spiega Lucia Fronza Crepaz del Movimento dell’unità – va coniugata con la categoria universale della fraternità, che viene realizzata instancabilmente in atti politici”. Potrebbe sembrare irriverente, ma il rinfresco che conclude l’appuntamento – abbondanti e succulente ricette locali – mostra come la convivialità sia necessaria per questa fraternità. Ciò non vuol dire che tutto finisca a tarallucci e vino, ma che la condizione di ascolto e di dialogo ha bisogno del “vivere comune”. Tra un piatto di fagioli e cotiche e uno di coratella, si odono amministratori che fissano appuntamenti per risolvere il problema dell’acquedotto che serve i loro due comuni; altri sindaci si mettono d’accordo per portare il manifesto scritto quest’oggi (vedi box) a livello regionale; un sindaco offre a un collega la propria auto per accogliere un ospite di riguardo “Coerenza e competenza – commenta l’assessore alle politiche sociali del Comune di Trento, Letizia De Torre, assistendo all’elaborazione conviviale di tali progetti, piccoli o grandi che siano – appaiono necessarie per vivere la fraternità. Bisogna imparare a metterla in pratica”. Manifesto per l’Umbria Estratti del documento firmato in conclusione dell’incontro di Massa Martana. “Noi sindaci dell’Umbria partecipanti a questa assemblea, consci dei valori fondamentali di libertà e uguaglianza che devono comunque continuare ad essere approfonditi nella loro dimensione politica, ma che non bastano da soli ad assicurare il disegno e la vocazione dell’Umbria in Italia e nel mondo, siamo fermamente convinti che tale disegno può venire pienamente realizzato solo assumendo la fraternità come categoria politica attraverso la quale sviluppare la costruzione di una politica rinnovata. “Ci impegniamo dunque affinché questa nuova dimensione dell’impegno politico possa essere realizzata in primo luogo a livello delle nostre città, dove i cittadini vivono rapporti di prossimità e di reciprocità e il loro accesso alle istituzioni è personale, immediato, continuo.Vogliamo partire dalle città, vere e proprie palestre di democrazia, e affrontare le nuove domande di appartenenza, di responsabilità e di solidarietà. Per crescere insieme in questa consapevolezza, ci impegniamo altresì a fondare il nostro lavoro sul dialogo costante tra noi e con i cittadini, coinvolgendoli nei progetti delle città. “A tale scopo proponiamo a quanti condividono questo manifesto, un “patto etico-politico per le città”, per un radicamento quotidiano e capillare della relazione politica sulla fraternità”.