Fermare la strage, senza condizioni
In un clima di distrazione che sempre accompagna il precipitare degli eventi, questa Pasqua arriva all’interno di una lunga fase di attesa per l’intensificarsi devastante dello scontro bellico in Ucraina, preparato dall’invio senza sosta di truppe e di armi sempre più letali. L’assuefazione all’orrore della cronaca dal fronte, che irrompe e scompare ciclicamente dalla priorità dei media, si accompagna alla pervasività di una cultura che, in ogni ambiente, legittima e giustifica la guerra.
Abbiamo negli occhi e nel cuore le immagini della carovana di #stopthewarnow che ha offerto la testimonianza straordinaria di un’umanità che non si arrende alla logica della guerra. Il loro sorriso era consapevole del rischi che hanno corso volontariamente attraversando, all’inizio della settimana santa, un territorio ferito, esposto alla tragedia di una mancata apertura ad un cessate il fuoco immediato che gli attori geopolitici, “i potenti della terra”, non intendono perseguire per un preteso realismo politico che giustifica la devastazione e la morte.
In tale scenario si è alzato, assieme a tante voci, un appello estremo da parte di Mario Primicerio, l’allievo più vicino a Giorgio La Pira, cioè al realismo profetico di una proposta politica che continua a segnare il nostro Paese, richiamandone la vocazione di ponte di pace sul Mediterraneo, crocevia strategico del mondo posto tra tre continenti con la centralità universale di Roma.
Primicerio, sulla traccia del suo maestro che accompagnò nel Vietnam sconvolto dai bombardamenti, lancia un invito estremo a promuovere la cessazione della strage, senza alcuna condizione che possa giustificare ancora la prosecuzione del massacro. Unica condizione per impegnare tutte le parti in gioco a preparare una conferenza internazionale di pace che richiede un ruolo dell’Europa diverso da quello svolto finora.
Una proposta ragionevole rivolta a decisori politici e società civile, aperta a chiunque finora abbia preso una posizione contraria o favorevole all’invio di armi in Ucraina.
Un’istanza estrema che si pone dalla parte della “povera gente”, che la guerra la paga sempre duramente, e dell’umanità intera, esposta, come mai prima, al rischio di una catastrofe nucleare.
Un irriducibile manifestazione di fiducia verso la conversione dei cuori e della mente che resta un’intollerabile segno di contraddizione per chi la guerra la propaganda e la promuove.
Di questo vogliamo parlare con Mario Primicerio mercoledì 12 aprile dalle ore 15 a Roma, in una sala collocata vicina a quella piazza Venezia che molto ci può dire delle contraddizioni del passato recente e dei nostri giorni che si pongono, in maniera sempre più evidente, come diceva Giorgio La Pira, sul “crinale apocalittico della storia”.
Incontro con il professor Fermare la strage, senza condizioni
Mario Primicerio promosso da Città Nuova mercoledì 12 aprile 2023 ore 15 presso il Focolare Point di Santa Maria del Carmine. Via del Carmine, 4 Roma (vicino Piazza Venezia)
Cfr. intervista integrale a Mario Primicerio
http://www.cittanuova.it/cessate-fuoco-appello-mario-primicerio