Come fermare la guerra?
È di questi giorni la notizia agghiacciante dell’uccisione del generale Soleimani in Iran su ordine di Trump.
L’articolo di Michele Zanzucchi spiega bene come si sono susseguiti i fatti. Lì si legge come la scoperta di pozzi immensi di petrolio e gas lungo le coste egiziane, israeliane, libanesi, cipriote e siriane fa gola e spinge ad interferenze straniere dalle conseguenze disastrose.
Allora mi chiedo: cosa è che rende così miopi i governanti? Cosa li acceca e li rende avidi di combustibili che, per forza di cose, non potremo più usare? Non hanno capito che se non interrompiamo l’uso di combustibili fossili siamo destinati a morire tutti a causa del riscaldamento globale? Non sono sotto gli occhi di tutti gli incendi di potenza inaudita in Australia?
Chi avidamente vuole accaparrarsi energia dove pensa di nascondersi? Non c’è un pianeta B.
Penso a quei malavitosi della Camorra che sono morti di cancro a causa dei rifiuti tossici seppelliti da loro stessi nelle città dove vivevano. Pensavano forse di essere esenti dai veleni con cui avevano ammorbato aria e alimenti?
Nell’articolo si citano alla fine anche le parole di mons. Martinelli, per decenni vicario apostolico a Tripoli: ” Ci resta l’amore e la preghiera.”
Si non ci resta che questo. Ma non sottovalutiamolo. Quando nel 2003 scoppiò la guerra in Iraq, Chiara Lubich invitò tutti ad alzare il termometro della carità per controbilanciare la mancanza di carità che si perpetrava.
Un piccolo gruppetto di bambine a Palermo lanciò allora l’azione : “Mille atti di pace per la pace“. Erano convinte che così avrebbero fermato la guerra. E coinvolsero tutti i loro compagni di classe in questa azione, mettendo nell’aula una scatola dove ciascuno metteva un biglietto con il suo atto di pace.
Come ha affermato papa Francesco «Se uccidere significa distruggere, sopprimere, eliminare qualcuno, allora non uccidere vorrà dire curare, valorizzare, includere. E anche perdonare.”