Il fentanyl e le overdosi letali negli Usa

Negli Stati Uniti quasi 200 persone al giorno muoiono per overdose di questa potente sostanza medicinale oppiacea di sintesi utilizzata nel trattamento del dolore
Fentanyl
Un giornalista presenta un esempio della quantità di fentanyl che può essere mortale dopo una conferenza stampa sui decessi per esposizione al fentanyl ad Arlington, in Virginia, il 6 giugno 2017. (Foto AP/Jacquelyn Martin, archivio)

Il fentanyl legale viene utilizzato con grande efficacia come analgesico ospedaliero, per la sua facilità ed economicità di produzione rispetto all’eroina, ma questo ha invogliato i cartelli narcos ad utilizzarlo per “diluire” le dosi della classica droga iniettabile e poi a promuoverne la sostituzione. Il fentanyl illegale proviene quasi esclusivamente dal Messico, dove viene sintetizzato a partire da precursori chimici provenienti, a quanto pare, dalla Cina.

La straordinaria potenza del fentanyl – 50 volte maggiore di quella dell’eroina e 100 più della morfina – e la difficoltà nel dosarla rendono la sostanza particolarmente letale. L’equivalente di un grano di sale (2 mg) è sufficiente a provocare la morte. Il fentanyl è anche inodore, cosa che ne complica il ritrovamento. Così il consumo della nuova droga sintetica è diventato negli Usa uno dei maggiori problemi sanitari nazionali. Almeno 70 mila delle 106 mila vittime di overdose da oppiacei registrate da agosto 2021 a agosto 2022 erano consumatori di fentanyl. L’acquisto della sostanza sul mercato illegale rende impossibile conoscerne il dosaggio. Ora è presente anche mescolato alle dosi di cocaina, che, a sua volta, è adulterata con sostanze ancora più letali.

Il governo statunitense sta affrontando la crisi cercando collaborazione internazionale per frenare il commercio illegale di fentanyl, migliorando il coordinamento di varie agenzie investigative, agendo su un sistema finanziario troppo permeabile al riciclaggio da parte dei cartelli narcos, e pressando il Congresso affinché si eliminino le lacune legislative che ostacolano il controllo della circolazione.

Così come per le altre droghe, di origine naturale o sintetica, anche per il fentanyl si fanno sentire le voci di studiosi che reclamano un radicale cambio di rotta del modello di intervento basato sulla proibizione e sulla riduzione dell’offerta, che si è dimostrato fallimentare. La proposta è di concentrarsi sulla riduzione della domanda, agendo soprattutto su una prevenzione sempre più precoce, considerando il consumo di stupefacenti prima di tutto come un problema sanitario. Secondo questa linea di pensiero, un cambio di paradigma di questo tipo aprirebbe anche molte incognite, ma diminuirebbe drasticamente il volume di affari e il potere delle mafie, riducendo significativamente i livelli sociali di violenza e corruzione, oltre a permettere un maggiore controllo sulle sostanze e sulla loro pericolosità. Il dibattito è annoso e si ravviva all’emergere di una nuova crisi dovuta all’immissione di nuovi stupefacenti (crack, ecstasy, ecc).

Secondo la specialista messicana Zara Snapp, la diffusione del fentanyl è causata direttamente dalla proibizione dell’eroina che, fomentando la produzione e il commercio illegale, è sfociata in un “libero mercato criminale” nel quale si impongono i prodotti più redditizi per i narcos, che finiscono per essere quelli più letali e incontrollabili. La guerra frontale ai cartelli si è mossa finora sulla “decapitazione” di organizzazioni mafiose, che però «genera più violenza, perché le frattura» in gruppi che si fanno la guerra tra di loro. Una guerra che, se considerata insieme a quella contro le forze dell’ordine, provoca 35 mila morti all’anno solo in Messico.

Sul fronte internazionale è aperto il dialogo con il Messico, col quale si sono stabiliti accordi di cooperazione, in particolare in termini di azioni coordinate su entrambi i lati della frontiera per smantellare la catena di diffusione controllata dai cartelli di Sinaloa e Jalisco Nueva Generación.

Parallelamente, il Dipartimento di Giustizia Usa ha denunciato 28 persone, in maggioranza membri del cartello di Sinaloa, tra cui i figli del celebre “Chapo” Guzmán, come membri di una rete di produzione e distribuzione dell’oppiaceo insieme a 4 aziende cinesi. Più recentemente, Washington ha imposto sanzioni a 17 organizzazioni cinesi e messicane che sarebbero coinvolte nella produzione di droghe sintetiche, fentanyl in particolare. Una misura di improbabile efficacia. Il governo cinese declina ogni responsabilità, ma nel 2019 ha dichiarato il fentanyl e i suoi precursori chimici sostanze controllate. Se c’è stata una conseguenza, è che ora la quasi totalità di fentanyl non medicinale entra negli Usa dalla frontiera sud, dove secondo Washington lo si produce a partire da precursori cinesi, “importati” legalmente soprattutto attraverso la Corea del Sud. Il presidente messicano López Obrador nega ogni coinvolgimento, ed ha presentato il sequestro di un carico proveniente dal gigante asiatico come prova del fatto che il Messico è un semplice territorio di passaggio di questi precursori.

La crescita esponenziale delle morti per fentanyl ha motivato la richiesta dei repubblicani all’amministrazione Biden di dichiarare i cartelli messicani organizzazioni terroriste, per poter così rafforzare la lotta contro di loro in termini di risorse impiegate e di coinvolgimento delle forze militari. Il fatto è che gli “ingredienti” necessari alla produzione di fentanyl sono disponibili a livello mondiale, e una repressione localizzata, per quanto spettacolare possa essere, avrebbe solo l’effetto di aprire nuovi canali di fornitura. Come segnala l’economista e politologo statunitense Mirko C. Trudeau: «la vera questione, sempre ignorata dalle autorità statunitensi, ha le radici nel ciclo di profitti generati dai narcos nell’economia nazionale, nelle innegabili agevolazioni offerte dal sistema finanziario al riciclaggio di capitali: del crimine organizzato e della sua potentissima industria degli armamenti, che si nutre della violenza per ottenere pingui benefici moltiplicandola, così come nella profonda crisi morale di quella società».

Certamente è semplicistico attribuire, come ha fatto López Obrador (che ha anche chiesto a Biden di frenare l’invio di armi), alla «mancanza di abbracci» dei genitori Usa ai loro figli per giustificare il dilagare del fentanyl, anche se del vero ci potrebbe essere. L’enorme domanda di sostanze illecite si origina, secondo Trudeau, nella «perdita di coesione sociale, in un individualismo esacerbato che condanna le persone a una ricerca infruttuosa ed esasperata di soluzioni personali a gravi problemi sociali, e in un fondamentalismo del libero mercato che permette alle grandi case farmaceutiche di promuovere irresponsabilmente l’uso di farmaci oppiacei ad alta dipendenza».

Occorre lavorare indubbiamente su vari fronti, ma appare evidente che è necessario partire dalla centralità del consumatore-paziente (tale è chi soffre di qualsiasi dipendenza) e dare priorità alla sua salute e alla prevenzione.

_

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons