Fedeltà. Storie di allenatori (e di presidenti)
Giuseppe Iachini ha cominciato il campionato, guidando il Palermo dalla 1ª alla 12ª giornata, Davide Ballardini gli è subentrato dalla 13ª alla 19ª, seguito da Fabio Viviani dalla 20ª alla… 20ª, così come Giovanni Bosi e Guillermo Schelotto che hanno avuto l’onore e l’onere di tenere in mano i rosanero nella 21ª giornata. Giovanni Tedesco e ancora Guillermo Schelotto hanno avuto fortuna tre volte più lunga, guidando la squadra per tre giornate, dalla 22ª alla 24ª, poi è tornato Giovanni Bosi per una sola giornata, la 25ª, quindi ritorno di fiamma per Giuseppe Iachini, dalla 26ª alla 28ª, prima della grande speranza Walter Novellino, che però ha resistito solo per 4 turni, dalla 29ª giornata alla 32ª. Ora torna Davide Ballardini.
Tutti gli appassionati di calcio hanno seguito la telenovela in rosanero guidata dal presidente più stravagante del calcio italiano, Zamparini. Ma non poche sono state le squadre che hanno cambiato allenatore. Anche il “mio” Milan: ieri Berlusconi è andato a cena con Brocchi, a cui avrebbe promesso la squadra, tradendo la fiducia nel serbo Mihajlovic, dopo aver bruciato in pochi mesi altri ex-giocatori trasformatisi in allenatori, come Pippo Inzaghi e Clarence Seedorf…
A parte che sportivamente parlando credo che l’era Berlusconi sia finita e strafinita, e che il Milan tornerà a essere grande solo nel momento in cui cambierà proprietà, mi interrogo sul valore della fedeltà nel calcio. Per restare al Milan, penso a Nereo Rocco, il patròn, ma anche a giocatori come Gianni Rivera o Paolo Maldini, che hanno giocato (quasi) solo con la maglia rossonera. La fedeltà non paga più nel calcio dei mercenari? Totti il Pupone pagherebbe di tasca sua per rimanere fedele alla Roma, ma non vogliono dargli questa soddisfazione.
Scriveva il filosofo francese Alain Comte-Sponville, grande indagatore della morale atea, che «la fidélité est au principe de toute morale», cioè che la fedeltà è all’origine di ogni morale. E ancora: «La fidélité c'est une valeur par quoi il y a des valeurs», la fedeltà è il valore attraverso cui ci sono altri valori. Manca la fedeltà, quindi manca ogni morale? Sembrerebbe… Ma attenti, secondo il premio Nobel Josif Brodski «solo l'acqua resta fedele a sé stessa»… E allora?
Siamo seri, il calcio non è serio. È business. Quindi non è applicabile a quel mondo l’etica riservata all’amore, alla responsabilità, alle cose serie. Ma la fedeltà paradossalmente la s’impara anche sui campi di calcio. Quindi oso sperare che torni a calcare coi suoi tacchetti sicuri il prato verde del Meazza, dell’Olimpico, della Favorità. E che i grandi traditori alla Zamparini se ne vadano perché traditi dalla folla. E che restino i Nevio Sacala, che sta portando l’amatissimo Parma dai gironi dilettanti al professionismo sempre con lo stesso allenatore, Luigi Apolloni!