Favole di ogni giorno

Giampiero Pierotti da muratore diventa un narratore. Protagonisti delle sue storie sono oggetti e animali del quotidiano che hanno però una vita intelligente e buona. perchè prima o poi «tutti siamo utili a questa società»
Scuole

A un certo punto un bivio. Come ne capitano tanti nella vita: un fatto o un momento in cui la nostra esistenza prende vie diverse da quelle conosciute e porta per altre strade. Capita così, per esempio, che da muratore si diventi scrittore, anzi per l'esattezza un narratore di fiabe. Un mestiere antico, un artigiano della parola che in maniera inusuale, ormai, fa diventare protagonisti oggetti e animali.

È cambiata così la vita di Giampiero Pierotti, muratore di Pisa, che un bel giorno di fronte a una ingiustizia sul lavoro decide di mettere nero su bianco il proprio disappunto. Un racconto dopo l'altro, un susseguirsi di storie quasi irreali in cui parlano e agiscono ad esempio oggetti come le scarpe o animali come i polli. Due anni di sapiente e costante lavoro raccolto nel libro “Favole di ogni giorno”. Pierotti decide di raccontare la realtà prendendo spunto dalla vita di tutti i giorni e lo fa attraverso protagonisti speciali, «che più si avvicinano agli uomini. Si tratta di oggetti e animali che hanno una vita parallela. Quando parla il pollo, ad esempio – spiega Pierotti -, voglio rappresentare la persona creduta in genere poco intelligente o lo stupido del paese, di cui spesso ci si approfitta perché è buono. Eppure dentro di sé può avere un'intelligenza e al momento opportuno dare una mano. Perché tutti siamo utili a questa società».

Una scelta, quella di scrivere, non facile e osteggiata dalla stessa famiglia che non credeva nella possibilità di poter far uscire il libro e poi di riprendere le spese di pubblicazione. «Mai avrei pensato di scrivere – racconta lo scrittore di fiabe –, anche perché non mi sono formato sui banchi di scuola, ma ho conseguito la terza media dal parroco. Qui si è operai, siamo persone semplici. È stato fatto tutto a mie spese. Poi ho conosciuto il famoso illustratore Alberto Fremura, col quale si è collaborato per il libro. Lui ha disegnato alcuni passi delle fiabe e io poi, d'accordo con lui, ho scelto quelli che mi sembravano più significativi».

Una vittoria dunque veder stampate le sue creature fino alla registrazione con la sua voce in un cd, grazie all'aiuto di un giovane amico che ha tradotto in diverse lingue. Ma la più grande soddisfazione è stata entrare nelle scuole, confrontarsi coi ragazzi e poi far parte di un progetto di italiano in America Latina.

«Diciamo che ho realizzato il sogno di Geppetto, ecco, quello di arrivare nelle Americhe: un viaggio lungo migliaia di chilometri. Sono stato più fortunato di lui – racconta scherzando Pierotti –. Grazie a Facebook poi mi sono messo in contatto con diverse associazioni di italiani nel  mondo, ad esempio Familias sicilianas de Paranà, che hanno trovato interessanti le mie favole, tanto da usarle nei corsi di italiano, ad esempio in Argentina e in Brasile. La professoressa Laura Frainer Scoz dello stato di Santa Caterina ha iniziato questo primo progetto, e lo ha presentato in una scuola a Paranà. E poi c'è stata la rappresentazione al teatro S. Andrea, qui in Toscana, grazie all'impegno del professore di lettere della scuola media Leonardo Fibonacci di Pisa, Walter Baccellini. Qui – continua lo scrittore – sono state messe in scene le mie fiabe e ha recitato anche una ragazzina non vedente. L'incontro coi ragazzi delle scuole mi ha fatto capire che questi giovani hanno anche loro degli ideali, diversi dai nostri magari ma ne hanno. Il messaggio che vorrei dargli – conclude – è che oggi però occorre tornare ai mestieri. I sogni devono essere inseguiti, ma bisogna saper fare qualcosa nella vita. Ci sono mestieri che stanno di fatto scomparendo».

Pierotti continua nel suo lavoro di scrittura. Ha già pronte altre fiabe, tutte raccolte e anche queste illustrate da Fremura. Quello che manca perché siano pubblicate è però il denaro. «Io sono fiducioso, sono sicuro che riuscirò anche questa volta a farcela. Chissà, il destino mi verrà di nuovo incontro», dice il narratore di fiabe.

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