Fatturazione elettronica: vantaggi e difficoltà
Dal 1 aprile, salvo proroghe dell’ultima ora, la pubblica amministrazione dovrà dire addio alla carta stampata e sarà obbligata a ricevere le fatture esclusivamente in formato elettronico. Certamente ciò rappresenterà per i fornitori – e quindi per i contribuenti italiani – un gran sacrificio, ma se in cambio si otterrà l’eliminazione della carta e la semplificazione dei processi interni della pubblica amministrazione (PA), ne varrà senz’altro la pena.
Del resto, questa nuova disciplina era già contemplata nella legge finanziaria del 2008 (L. 244/2007), che aveva introdotto all’art. 1 nei commi dal n.209 al n.214 l’obbligo di emissione, in formato elettronico, di ogni fattura destinata alle PA (c.d. rapporti B2G – business to government).
Le PA interessate all’obbligo non potranno più accettare fatture emesse o trasmesse in forma cartacea e soprattutto non potranno procedere a pagamenti, anche parziali,fino a invio in forma elettronica. L’obbligo riguarda infatti non solo l’emissione, ma anche la trasmissione, la conservazione e l’archiviazione delle fatture, che dovranno avvenire esclusivamente in formato elettronico.
La fattura elettronica è equivalente alla fattura cartacea, presenta lo stesso valore legale di quella cartacea, ma con nuove caratteristiche di sicurezza. Affinché una fattura elettronica venga considerata come documento originale valido è richiesta la realizzazione di un processo che tenga conto di tre requisiti fondamentali:
Formato della fattura: è necessario un formato elettronico di fattura più o meno complesso: EDIFACT, XML, PDF, X12.
Trasmissione elettronica: è necessario che venga realizzata una trasmissione telematica che parta da un computer e venga ricevuta da un altro computer.
Integrità e autenticità: questo formato elettronico e la relativa trasmissione telematica devono mantenere il documento inalterabile, garantendone integrità e autenticità.
Anche se l’entrata in vigore è prevista tra poche ore, tante sono ancora le incognite. Ad esempio, c’è il problema degli enti no profit, anche se a quanto pare, per le prestazioni erogate in base a convenzioni con la pubblica amministrazione, tali enti – che non essendo titolari di partita Iva non emettono fattura ma semplici note spese verso la pubblica amministrazione – potranno continuare a certificare le somme percepite, emettendo note di debito in forma cartacea: trattandosi di soggetti che già in precedenza non erano obbligati all’emissione di fattura, non saranno obbligati a ricorrere alla fatturazione elettronica.
Ma, come in ogni innovazione, esistono vantaggi e svantaggi. Così, ad esempio, la fatturazione elettronica da parte di un’azienda può comportare molteplici benefici ma anche tante difficoltà: sotto l’aspetto dei costi, sicuramente ci sarà una riduzione dell’attività manuale e un aumento della produttività della manodopera (eliminazione del tempo destinato all’archiviazione, l’eliminazione del costo della distribuzione delle fatture, l’eliminazione degli spazi occupati per l’archiviazione).
Dal punto di vista dell'efficienza ci sarà l’eliminazione di ritardi e disguidi derivanti dall’inoltro cartaceo delle fatture, la riduzione di dispute e contenziosi derivanti da errori di fatturazione, per non parlare della maggiore integrazione tra fatturazione e pagamenti-incassi elettronici.
Invece sotto il profilo degli svantaggi, anzi delle difficoltà, si è completamente ignorato il fatto che molti cittadini, tra cui soprattutto gli anziani, hanno problemi con l’uso del computer. Come faranno quegli imprenditori che non hanno accesso ad internet o che non hanno accesso a strumenti informatici?
Per adeguarsi dovranno investire risorse o dovranno rivolgersi a professionisti. E allora dove sta la riduzione degli oneri normativi e degli oneri amministrativi a carico delle imprese?
Addirittura il Direttore delle Entrate, Rossella Orlandi, in occasione di un incontro sul tema, ha dichiaratoche auspica il decollo della fatturazione elettronica in breve tempo anche tra privati, cosa“chedovrebbe essere incentivata per consentire il controllo fiscale, la modernizzazione delleimprese e il risparmio in termini contabili”.