Fatima l’infinito segreto

Il 13 maggio ricorre il centenario delle apparizioni mariane nel villaggio portoghese. Una profezia che ci parla di pace nel cuore degli uomini e tra i popoli

Terzo segreto. Quarto. Addirittura quinto. La fortuna mediatica delle apparizioni mariane a Fatima ruota attorno a segreti non rivelati. Apocalittici messaggi sulla fine del mondo di cui alcuni vorrebbero conoscere anche l’ora esatta e le previsioni meteo. Il 13 maggio ricorre il centenario festeggiato da una visita di papa Francesco e dalla canonizzazione di due, Giacinta e Francesco Marto, dei tre pastorelli, scomparsi rispettivamente nel 1920 e nel 1919 che, insieme a Lucia dos Santos, hanno visto apparire la Madonna per 6 volte fino al 13 ottobre del 1917. Fatima è un villaggio situato al centro del Portogallo, a circa 125 km da Lisbona, anche se gli avvenimenti avvengono nelle vicinanze, in una località denominata Cova da Iria che richiama la parola “pace” chiave di lettura di tutta la vicenda. La fonte di tutto quello che sappiamo è la narrazione di Lucia, vissuta fino al 2005, unica tra i tre bambini che faceva domande alla Signora apparsa. Giacinta sentiva le risposte. Francesco vedeva ma non sentiva. Al tempo l’Europa era devastata dalla Grande guerra. In Portogallo la massoneria controllava il governo e la società. La Chiesa era sottoposta ad «atti di violenza contro chiese e conventi – scrive Hubert Jedin in Storia della Chiesa –, a furti, incendi, assassinii, e il ministro della giustizia (Alfonso Costa) ebbe a dichiarare: “Nel giro di due generazioni il Portogallo avrà eliminato completamente il cattolicesimo”». In Italia il 13 maggio 1917 si combatteva la decima battaglia dell’Isonzo, fiume delle Alpi orientali, per gettare le basi della conquista di Trieste. In totale 12 inutili attacchi contro l’Impero austro-ungarico che avrebbero portato fino alla sconfitta di Caporetto. In Russia nel marzo del 1917 la rivolta di operai e soldati costrinse lo zar Nicola II ad abdicare. Ad aprile Lenin, leader dei bolscevichi, rientrava in patria e avrebbe guidato la rivoluzione d’ottobre con il trionfo del materialismo ateo. L’ottimo libro di Natale Benassi Fatima. L’infinito segreto, edito da Città Nuova, fornisce una nuova lettura delle profezie e dei segreti mariani, ma offre una chiara prospettiva: «Non importa – scrive l’autore – dell’esistenza o meno di un quarto segreto, né di carteggi nascosti o di complotti che avrebbero visto protagonisti papi o non papi, (…) quasi si trattasse dell’ennesima Arca di Dio dimenticata nei sotterranei della Cia» e ritrovata dall’Indiana Jones di turno. La seria domanda che il Nostro si pone è se e cosa Fatima abbia da dire al cristiano di oggi e alla sua vita. Le rivelazioni “private”, anche la richiesta di conversione dei peccatori e, in particolare della Russia, hanno, come specificò l’allora cardinal Ratzinger, sempre carattere simbolico, in un linguaggio contestuale all’esperienza dei veggenti e storicamente sempre interpretabili. Sono rivelazioni fatte a «persone specifiche, ma con un contenuto che riguarda tutti». Al tempo della prima apparizione Lucia aveva 10 anni e passeranno 20 anni prima che la veggente metta per la prima volta per iscritto la sua straordinaria esperienza mistica. Erano eventi talmente sconvolgenti per tre poveri pastorelli che Lucia elaborò tutta la vita una ricerca per saper leggere il significato di cosa le fosse accaduto. Basti pensare che per lei la Russia era il nome di una donna del suo paese o di una mucca. Lucia stessa ricorda che solo dopo la lettura della Bibbia «ho compreso il vero senso del messaggio» con un processo graduale.

Sono rivelazioni fatte a «persone specifiche, ma con un contenuto che riguarda tutti»

Il tema della conversione della Russia è quello che ha acceso più dibattiti e polemiche. Significa semplicemente la fine del comunismo? Non sembra, perché siamo passati dal materialismo a un capitalismo sfrenato di cui non si intravede la fine. «La questione in gioco – spiega Natale Benassi – è piuttosto quella, molto più seria, dello scontro bene/ male», con «la decisione per un modo di vivere che sia secondo l’Amore materno» che Maria ci insegna. È sia la battaglia dentro i nostri cuori per una scelta seria ed esistenziale della persona di fronte all’annuncio evangelico sia lo stesso cammino dei popoli verso scelte di pace, solidarietà, apertura, accoglienza, fraternità. E poi la scoperta. Il miracolo del “sole danzante” del 13 ottobre del 1917 di fronte a 70 mila persone non fu la cosa più importante. I veggenti, mentre i colori dell’arcobaleno si spargevano in tutte le direzioni vedono la Sacra famiglia con Maria, Giuseppe e Gesù come una porta, una soglia di accesso verso il mistero di Dio che rivela «una forma di un amore sconvolgente: quella di una famiglia terrena, in cui il Verbo aveva scelto di “incarnarsi”». Un messaggio non del futuro, ma l’essenziale di ogni presente.

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