Fare presto, fare bene

Di fronte alla crisi della finanza italiana e internazionale, non bisogna lamentarsi ma reagire. Come? Con responsabilità e creatività
Mario Monti
«Il futuro corrisponde alla realtà, il passato all’impotenza», scriveva Simone Weil. Una di quelle frasi che ti fanno respirare e t’impediscono di sprofondare nella depressione di fronte alla gravità dei problemi del presente. Guardando in faccia la cruda realtà di questi giorni possiamo uscire dall’impotenza e costruire un futuro meno terrorizzante.

 

Nel numero della nostra rivista cartacea in distribuzione in questi giorni, scriviamo di tutto ciò: «Il principio di realtà torna, inesorabile. Il vento della cruda realtà riprende a soffiare: troppo a lungo abbiamo vissuto nella finzione, nell’opulenza, nell’oblio dell’altro che soffre. Ma non è certo un male riprendere a far i conti con la realtà, quella vera. E anche la vera politica non è forse l’arte del possibile, che attinge la sua autorevolezza dalla lettura della realtà per apportare realistiche soluzioni?»

 

È perciò il momento della responsabilità. Noi italiani siamo ben noti per riuscire a cavarci dai guai nel momento in cui arriviamo sul bordo del baratro. Una delle nostre doti, riconosciuta universalmente, è la creatività, non solo artistica, non solo imprenditoriale, ma anche politica. Come quella che ieri ha saputo tirare fuori dal cappello il benedetto presidente Napolitano, nominando senatore a vita Mario Monti.

 

Ora si tratta di far presto, ovviamente, ma anche di far bene. Non basta la fretta, serve anche intelligenza e, appunto, responsabilità. L’Unione europea ci ha bastonato due volte negli ultimi mesi, con le sue lettere che suonano come diktat più che come inviti alla resipiscenza. Uno schiaffo da cui potremo risollevarci solo dimostrando che disponiamo ancora di creatività politica, imprenditoriale – e anche spirituale! – atte a risalire la china. È il tempo dei fatti e non delle recriminazioni, tantomeno dei trucchi.

 

Fare bene, però. Dando reale autorità politica all’Ue e alla Bce (come auspica quest’oggi su Avvenire Luigino Bruni), sostenendo l’esecutivo che sta per nascere senza facili populismi, chiedendo nel contempo che i più deboli siano protetti: che tutti paghino, cioè, ma ognuno in misura della propria ricchezza. Con responsabilità, giustizia, equità. E realismo.

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