Fantasilandia – L’equilibrio
L’orso bianco aspetta che le foche riaffiorino a pelo d’acqua per catturare la prima malcapitata. A quel punto arriva l’uomo dei ghiacci e getta la lenza. Quando l’orso uccide una foca in più, la lascia all’uomo dei ghiacci che a sua volta gli lascia il pesce in eccedenza. Quando la giornata finisce, l’uomo dei ghiacci si ritira nel suo igloo, insieme alla sua famiglia, mentre l’orso russa, sazio, poco più in là. Ogni tanto giunge nel villaggio il mercante, con la slitta di legno trainata dagli husky. Barattano medicine e utensili in cambio di pellicce. Poi sfreccia via, salutando con la mano.
Un giorno, però, arriva un uomo della città su uno spazzaneve a motore. Sotto il giaccone sgargiante indossa giacca e cravatta e sorride sempre. L’orso sente dire che sono stati presi accordi per la costruzione di case in cemento al posto degli igloo. La famiglia dell’uomo dei ghiacci è contenta: finalmente una vera casa, con i confort e l’elettricità.
Qualche tempo dopo l’uomo della città ritorna. «Avete bisogno del frigorifero per conservare il cibo!». La sua famiglia è contenta, e l’uomo dei ghiacci accetta. Presto ogni casa di cemento ha dei grandi frigoriferi. L’orso e l’uomo dei ghiacci ogni tanto si guardano, con malinconia.
Qualche tempo dopo, l’uomo della città ritorna. «Non è sano cacciare, pescare e bere l’acqua dei ghiacci». Sorgono supermercati in cui andare a comprare scatolette e acqua in bottiglia. Tutto il villaggio viene ricoperto da strade di asfalto percorse da veicoli a motore.
L’orso ne ha abbastanza, e chiama a sé tutti gli orsi polari della zona che si uniscono a lui in un potente bramito, talmente forte che l’agglomerato urbano si sbriciola sin dalle fondamenta e dall’asfalto divelto spuntano dei germogli timidi e teneri, nati sotto lo strato di cemento. L’uomo della città fugge via, a piedi, sgomento, e l’uomo dei ghiacci ringrazia l’orso con un sorriso mentre il manto bianco del polo si colora di qualche punta di verde.