Famiglie ricostituite, caratteristiche e sfide evolutive
Monica e Giampiero sono sposati da due anni e vivono insieme al figlio di sei mesi nato dalla loro unione più il figlio di Monica di sei anni, nato dal precedente matrimonio. Anche Giampiero proveniva già da una precedente unione, in cui erano nati Carlotta e Giacomo. I due figli sono attualmente affidati prevalentemente alla madre ma spesso trascorrono weekend e settimane intere con la famiglia del papà. La famiglia di Monica e Giampiero è una famiglia ricostituita, caratterizzata da un grande movimento, in cui tante sono le persone che ruotano intorno a loro e la struttura si modifica spesso in base alle varie esigenze del momento.
Per famiglia ricostituita si intende una famiglia formata da due partner provenienti da altri matrimoni, che vivono insieme ai figli nati dalle precedenti unioni e talvolta insieme anche ai figli nati dal nuovo legame. Queste configurazioni familiari sono sempre più diffuse nella società moderna e presentano delle sfide di sviluppo specifiche. I figli si trovano a dover elaborare diversi passaggi importanti: la separazione dei genitori, l’arrivo di nuovi fratelli sia nati dalla nuova unione sia figli nel nuovo partner del genitore biologico. Ed ancora si trovano ad affrontare il nuovo legame dei propri genitori con altri partner.
Molti fattori diversi possono intervenire a favore o meno della nuova unione: età dei figli, numero dei figli coinvolti, grado di conflittualità della separazione precedente, e così via. Ma, di solito, una delle sfide maggiori di questo tipo di famiglie riguarda la strutturazione di confini e ruoli soprattutto nella gestione dei figli: chi dà le regole? Chi rappresenta per il figlio il nuovo partner della mamma? Come fare per conservare una linea educativa che sia coerente e non confusiva?
Inoltre quando due partner si incontrano, si incontrano sempre due culture che devono integrarsi. E se questo è vero già normalmente all’interno di qualsiasi rapporto di coppia, diviene ancora più importante tenerlo a mente all’interno di un contesto allargato. In questa situazione, infatti, non sono solo due persone che si incontrano ma, soprattutto se ci sono dei figli, intervengono fattori culturali, relazionali e comunicativi che riguardano anche le unioni precedenti, i genitori biologici dei figli, tradizioni stabilite negli anni della precedente convivenza, stili educativi diversi, esperienze passate, e così via. Solo tenendo conto di questa complessità senza semplificazioni che impoveriscono una lettura realistica della realtà si potrà riuscire a creare un clima sereno e positivo. Soprattutto i primi anni di formazione di una famiglia allargata possono risultare molto delicati poiché richiedono molti sforzi da parte degli adulti per riuscire a creare un sistema equilibrato di relazioni interne ed esterne alla famiglia che tenga conto del nucleo nuovo che si è formato ma anche di tutti gli altri legami coinvolti.
Come abbiamo già accennato, uno dei problemi maggiori può riguardare la funzione educativa del genitore acquisito. Numerose ricerche hanno evidenziato che se si riesce a sviluppare una relazione positiva con i figli del partner, senza volerli però educare, e lasciando tale funzione educativa ai genitori biologici ed aver raggiunto un accordo su tale distinzione, può creare generalmente un clima positivo all’interno del nuovo nucleo e tra tutte le parti coinvolte. A questo poi andrebbe aggiunto anche, come in ogni situazione, una comunicazione chiara e diretta che possa sempre aiutare i figli nel comprendere quello che accade. Rispettando, inoltre, tutte le persone coinvolte, dando dignità e spazio alle esperienze passate. Solo così la famiglia allargata potrà diventare anche una risorsa affettiva e relazionale, in cui il numero maggiore di persone coinvolte potrà contribuire a creare una rete familiare più grande di solidarietà e cura.