Famiglie, il 3 maggio è il momento della sveglia

L’Italia non può affrontare gli effetti devastanti della pandemia ignorando le istanze di giustizia e umanità delle famiglie. Balconi, terrazze e finestre aperte per un flash mob nazionale
Foto Mauro Scrobogna /LaPresse

Domenica 3 maggio, alle ore 18, il Forum delle associazioni familiari propone un grande flash mob nazionale per tutte le famiglie. Una molteplicità di persone affacciate da «balconi, finestre e terrazze di tutta Italia», non certo per festeggiare o proclamare la fine dell’emergenza del coronavirus.

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Si tratta di un segnale, come affermano i promotori, per affermare che, «nella “fase 2”, bambini, mamme, papà, nonni meritano a pieno titolo di essere protagonisti della narrazione e delle misure economiche e sociali».

Come si può leggere questa istanza dopo due lunghi e anomali mesi di lockdown generalizzato? All’inizio della “reclusione” in casa, imposta per impedire il contagio del virus, cortili e balconi erano già tornati ad essere un luogo di socialità degli italiani. Coperchi di pentole e chitarre hanno espresso la voglia di resistere con l’antica tradizione del canto. Video e foto emblematiche che hanno fatto il giro del mondo. Un modo collettivo per esorcizzare la paura.

Ma non poteva durare a lungo davanti al bollettino delle 18 con il numero dei decessi nelle 24 ore assieme a quello dei contagiati e guariti, con esperti di ogni genere pronti ad offrire un tentativo di lettura.

“Andrà tutto bene” è stato il messaggio rassicurante che si è voluto comprensibilmente rivolgere ai più piccoli, ma la società intera dovrà trovare, prima o poi, un modo per celebrare il carico di dolore che ha colpito tante famiglie, impossibilitate a vivere anche l’ultimo momento del distacco vicino ai loro cari morenti. Quasi 28 mila persone al 30 aprile e il bilancio non è chiuso.

Foto Claudio Furlan - LaPresse 24 Aprile 2020, Milano. Elena, con la figlia Erika e la cugina Rita, vivono dopo lo sfratto da una casa popolare sotto il ponte stradale di via Gonin, nel pieno dell'emergenza coronvirus.
Foto Claudio Furlan – LaPresse 24 Aprile 2020, Milano. Elena, con la figlia Erika e la cugina Rita, vivono dopo lo sfratto da una casa popolare sotto il ponte stradale di via Gonin, nel pieno dell’emergenza coronvirus.

Dai coperchi alle pentole

Lunedì 4 maggio, al momento del primo tentativo di uscita dalla quarantena da parte di alcune attività, è il momento di passare dai coperchi alle pentole, che per molti italiani rischiano di diventare, o sono già, vuote di cibo. La corsa ai buoni spesa e le reti informali di solidarietà hanno, finora, evitato di patire la fame per una crescente parte della popolazione senza alcuna protezione. E, come è palese in ogni analisi, una delle cause più frequente di impoverimento in Italia, già prima della crisi, è dovuta dalla scelta di avere dei figli a carico.

Se già il lavoratore dipendente, con la cassa integrazione, rischia una forte decurtazione del salario e teme che si abbatta il licenziamento dopo la moratoria imposta dal primo “decreto cura Italia”, alcune attività non godono neanche dell’una tantum di 600 euro corrisposto ai lavoratori autonomi, partite Iva e altre categorie. I negozianti consegnano polemicamente le chiavi dei loro locali a sindaci, le imprese chiedono finanziamenti a fondo perduto e non prestiti da restituire in tempi improponibili per la ripresa. Di fatto, in molte case, non senza vergogna e umiliazioni, si cerca di andare ancora a fare la spesa ma non di pagare le bollette, sperando che non arrivino i sigilli. Nel frattempo le banche ed istituti vari non sono così inclini, se non nei rigidi casi previsti, a sospendere la trattenuta mensile di mutui e prestiti sul conto dei loro debitori.

Non è azzardato temere il moltiplicarsi di gesti disperati o di rivolte incontrollabili.

In tanti, perciò, si rivolgono, in tanti modi, direttamente al presidente del consiglio Giuseppe Conte, anche perché, con lo strumento dei Dpcm, ha accentrato su di sé la funzione normativa durante lo stato di emergenza. Nonostante la popolarità crescente nei sondaggi, Conte deve fare i conti con una maggioranza insofferente, pronto a disarcionarlo come ha detto espressamente Matteo Renzi in Senato. Sono tantissimi gli interessi in gioco, a cominciare dalla nomine ai vertici delle società partecipate dallo Stato, e le pressioni di ogni genere. Si segnala per determinazione il nuovo presidente di Confindustria Carlo Bonomi che critica le misure previste per la cosiddetta Fase 2, particolarmente su scuola e trasporti, definendole “incerte e contraddittorie” e si pone di traverso ad ogni ipotesi di nazionalizzazione di imprese in crisi. Bonomi propone entro l’estate un «piano Italia 2030-2050, un grande libro bianco di medio periodo degli obiettivi dell’industria e della crescita dell’Italia».

L’estate, ormai imminente, rappresenta infatti una vera incognita. Se non si scende entro un indice quasi assente di contagio, devono restare in piedi le norme che limitano gli spostamenti obbligando a non uscire dalle case mentre il caldo diventerà insopportabile.

Evitare l’accensione di nuovi focolai e il ritorno pandemico del virus dovrebbe rientrare, perciò, nel “libro bianco” assieme alla necessità di riattivare la produzione, il meccanismo della domanda e dell’offerta per non cadere nella recessione senza ripresa.

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse, Gianluigi De Palo.
Foto Fabio Cimaglia / LaPresse, Gianluigi De Palo.

Agenda Italia

Tra i diversi interlocutori incontrati da Conte in questo periodo si pone anche il Forum delle associazioni familiari che ha ribadito la necessità di mettere in atto l’assegno unico del figlio. Misura che aveva raccolto, con le consuete riserve sui vincoli di bilancio, il parere positivo di gran parte dei parlamentari prima dell’abbattersi della pandemia. Ma ora che le casse si sono aperte in maniera spropositata, è impossibile, secondo il presidente del forum Gigi De Palo, non prevedere nel nuovo decisivo decreto del governo, da 55 miliardi di euro, l’introduzione di questa misura stabile e strutturale, che è cosa diversa da un’elemosina una tantum.

De Palo ha incontrato Conte e Mattarella, agisce in maniera movimentista, lontano dall’abituale moderatismo delle associazioni di estrazione cattolica. Da tempo il presidente del Forum è consapevole di toccare un tasto comprensibile da milioni di famiglie che non possono essere umiliate da un sistema che non riesce ad assicurare un minimo di risorse per andare avanti con dignità. Evidenzia il fatto che, se riprendono le attività e le scuole restano chiuse, si pone un problema irrisolvibile per i nuclei con i figli piccoli.

Le istanze politiche del Forum, intese correttamente, non possono essere ridotte ad una rivendicazione parziale ma abbracciano la realtà nella sua complessità. Per questo motivo si tratta di capire se e come potranno coniugarsi con i vari interventi previsti dal governo, come il reddito di emergenza per i casi senza protezione. Ma più in generale se, come sottolinea in una lettera aperta di De Palo a Conte, la perdita del lavoro è la prima causa di povertà per una famiglia, assieme alla nascita di un figlio, la priorità deve essere quella del lavoro degno, non precario o degradante. Con una assistenza sanitaria universale e un sistema di servizi sociali assicurati dalla collettività a tutte le famiglie e non accessibili solo a quelle che se lo possono permettere.

L’invito perciò che fa il Forum di affacciarsi dai balconi e dai terrazzi delle case domenica 3 maggio alle ore 18 esprime un momento giusto per «ringraziare le famiglie e i bambini che hanno fatto la loro parte rimanendo a casa». Si tratta di “far rumore” con un applauso che vuole essere, come si dichiara nelle intenzioni, «il più grande d’Italia» e che rappresenta una realtà che non può essere esclusa da qualsiasi agenda o piano che voglia disegnare un futuro degno per tutti.

Qui per approfondire il dibattito sulle politiche familiari

Qui il video di presentazione del 3 maggio dai balconi

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