Famiglia, nuova forza alla quotidianità
«Difficilmente potremo dimenticare il suo sguardo diretto e pieno di amore, la sua semplicità, la stretta di mano affettuosa» – diceva una famiglia che ha potuto salutare papa Francesco di persona dopo la messa di due settimane fa. Hanno tre figli, sette nipoti e sono in attesa di altri due nipotini in adozione dalle Filippine. «Lo abbiamo ringraziato per la forza e gli incoraggiamenti dati alla famiglia, assicurandogli che avremmo portato il suo messaggio a tutti. Sorridente ci ha detto di andare avanti con coraggio».
Giunte in piazza San Pietro da tutto il mondo, le famiglie hanno ritrovato speranza e gioia grazie al suo parlare semplice, concreto, spesso fatto di gesti, come quando ha benedetto il grembo di una mamma in attesa.
Il “Pellegrinaggio” organizzato dal Pontificio Consiglio per la Famiglia (26-27 0ttobre), nel quadro delle iniziative proposte per l’Anno della Fede, è stata una tappa importante per le famiglie, segnate oggi da tante ferite. Situazioni di povertà, guerra, dolore e fatica quotidiana. Quello che pesa di più nella vita nonostante tutto – ha detto papa Francesco nel suo discorso – è la mancanza di amore. Per questo suggerisce tre le parole chiave, che non devono mancare mai in una famiglia: permesso, per non essere invadenti, grazie per comunicarsi l’amore, scusa per perdonare e ricominciare sempre ogni giorno.
Durante l’omelia il papa si è soffermato sulla preghiera. «Non è facile viverla in famiglia – dice il Papa – sembra che sia una cosa personale e poi non c’è mai un momento adatto, tranquillo durante la giornata…», ma, consiglia Bergoglio, è anche questione di umiltà, di semplicità. Si può «pregare insieme il Padre nostro, intorno alla tavola, come anche pregare l’uno per l’altro: il marito per la moglie, la moglie per il marito, ambedue per i figli, i figli per i genitori, per i nonni. Questo fa forte la famiglia».
Facendo le cose di tutti i giorni, – dice il papa – nella vita di ogni giorno, la famiglia può essere missionaria, se vive la gioia. La gioia vera quella «che non viene dalle cose, dalle circostanze, ma da un’armonia profonda tra le persone, che tutti sentono nel cuore e che ci fa sentire la bellezza di essere insieme, di sostenerci a vicenda nel cammino della vita».
Una famiglia che vive così, comunica la gioia spontaneamente, ed è sale della terra e luce del mondo, lievito per tutta la società. Custodire la fede, dice il papa, «non significa tenerla per noi, nella nostra famiglia, come un bene privato, un conto in banca, ma condividerla con la testimonianza, con l’accoglienza, con l’apertura agli altri». Bisogna anche saper fare scelte coraggiose, spingersi nelle periferie senza paura e senza arroccarsi su posizioni difensive. «La famiglia fondata sul matrimonio indissolubile tra un uomo e una donna e aperta alla vita è il motore del mondo e della storia – ha affermato con forza, annunciando il nuovo Sinodo sulla famiglia del 2014 – ma vogliamo stare vicino ai coniugi in crisi e a quelli separati».