Fama di santità Fama di santità

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Abbiamo parlato recentemente su queste colonne dell’inizio delle cause di beatificazione e canonizzazione di Igino Giordani (Città nuova n° 1/ 2004, pp. 26-31) e di Renata Borlone (n° 2/2004, pp. 40-43). Ma come si svolgono tali processi? Ne parliamo con Carlo Fusco, avvocato rotale, professore di diritto canonico all’Urbaniana, postulatore della causa del nostro primo direttore. Avvocato, chi avvia la causa? La normativa per le cause di beatificazione e canonizzazione è contenuta nella costituzione apostolica Divinus perfectionis Magister e nelle Normae servandae della Congregazione per le cause dei santi. Da questi documenti emerge come la prima questione da accertare sia quella della competenza a istruire la causa, che è del vescovo della diocesi in cui il servo di Dio è deceduto. Nel caso di Igino Giordani è mons. Giuseppe Matarrese, vescovo della diocesi di Frascati. Chi segue concretamente la causa? Il vescovo nomina un suo delegato, un sacerdote, che sarà il vero giudice istruttore. La composizione del tribunale prevede inoltre un promotore di giustizia e un notaio-attuario (che scrive i verbali delle udienze). Sono i tre soli che raccoglieranno le testimonianze . Chi può promuovere la causa? Le norme canoniche dicono: Chiunque faccia parte del popolo di Dio o qualunque associazione di fedeli ammessa da un’autorità ecclesiastica. Chi prende l’iniziativa di una causa viene denominato attore: suo primo compito è la nomina del postulatore. Per la causa di Giordani, chi è l’attore? È il vescovo di Tivoli, sua città natale, mons. Pietro Garlato; egli, nel dicembre 2000, comunicò a Chiara Lubich la sua intenzione di agire per la beatificazione di Giordani, e pochi mesi dopo nominava un suo postulatore. Tale nomina è stata confermata dal vescovo di Frascati. Per questa causa è nata il 18 aprile 2002 l’Associazione Igino Giordani, riconosciuta da mons. Garlato, e da lui stesso presieduta. Come opera il postulatore? Come postulatore ho presentato il libello, che è la domanda di istruire la causa, e ho allegato una biografia del servo di Dio (che deve essere di un certo valore storico), compilata da Tommaso Sorgi, tutti gli scritti pubblicati e l’elenco delle persone che possono testimoniare. Il libello è stato accettato da mons. Matarrese, che ha chiesto il parere della Conferenza episcopale regionale sulla opportunità di iniziare la causa: ottenutolo nel giugno dello scorso anno, ha promulgato l’editto che è stato pubblicato anche su Città nuova. Il vescovo, nel frattempo, deve informare anche la Congregazione per le cause dei santi per avere il definitivo nulla-osta all’inizio del processo canonico. Ciò dovrebbe essere avvenuto in questi giorni. E l’istruttoria come si svolge? Si articola in tre fasi: la nomina dei censori teologici, che devono dare relazione sugli scritti pubblicati; la nomina della commissione storica, che ha il compito di raccogliere gli scritti inediti di Giordani e tutti i documenti che riguardano in qualche modo la causa, presentando una relazione nella quale è descritta la personalità del servo di Dio; infine la cosiddetta escussione dei testi, cioè l’esame dei testimoni. È ciò che si sta cominciando a fare con una procedura speciale ne pereant probationes, cioè perché non vada persa la possibilità di interrogare i testimoni più anziani. Altri elementi da tenere presenti? La fama di santità, cui deve accompagnarsi la fama di miracoli e di segni. Questo aspetto non può essere trascurato perché senza fama di santità non può essere avviato un processo di beatificazione. Va anche saputo che la presenza di qualche forma di culto pubblico del servo di Dio impedisce il proseguimento della causa. È necessaria in ciò la massima vigilanza. Arriva poi il passaggio della causa in Vaticano” Sì, è così. Tutto quanto ho detto finora riguarda la fase diocesana, finita la quale si passerà a trattare la causa presso la Congregazione per le cause dei santi. Per Giordani a che punto siamo? La figura di Giordani è molto nota e la sua fama di santità diffusa in tutto il mondo; bisogna ora che chi ha testimonianze da dare sulle sue virtù si prepari ad essere interrogato, e faccia sapere alla postulazione della causa le grazie ottenute e gli eventuali miracoli verificatisi per intercessione del servo di Dio Igino Giordani. PER SOSTENERE LA CAUSA Ad una causa di beatificazione lavorano decine di persone, a seconda della complessità della causa e dell’attività svolta in vita dal Servo di Dio. Giordani ha scritto 26 mila pagine dei suoi libri, ed altrettante equivalenti degli oltre quattromila articoli; ha lasciato interi armadi di manoscritti, dattiloscritti e corrispondenza; nei suoi 86 anni di vita ha partecipato intensamente ad epoche diverse della storia civile ed ecclesiale. Perciò più lungo che in altri casi sarà il lavoro che dovranno svolgere numerosi esperti, sia in materia giuridica che teologica, storica e sociale. Quando si tratterà di analizzare l’eventuale miracolo, entreranno in gioco anche i medici. Per tutto questo lavoro è naturalmente necessario disporre di fondi adeguati. Chiunque volesse contribuire può inviare la propria offerta alla Associazione Igino Giordani, utilizzando: il ccp (conto corrente postale) n° 48379564, intestato a Associazione privata di fedeli Igino Giordani, P.zza del Plebiscito 20, 00019 Tivoli; il ccb (conto corrente bancario) n° 1000/3455, intestato a Associazione privata di fedeli Igino Giordani, San Paolo IMI, Filiale di Grottaferrata, ABI 01025, CAB 39140.

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