Facendo di necessità virtù

Italia protagonista nel mondiale di pallavolo femminile. Un gruppo coeso, che sin qui ha saputo far fronte a diversi imprevisti. Da mercoledì le partite della fase finale del torneo
La squadra di pallavolo femminile

Ora che l’obiettivo di arrivare all’ultima settimana del mondiale è stato raggiunto, ora che la nazionale italiana di pallavolo femminile è ufficialmente tra le migliori sei squadre del pianeta, ora che è stata conquistata la matematica certezza di essere tra le formazioni che nei prossimi giorni andranno a caccia delle medaglie iridate, possiamo dirlo: all’inizio del torneo erano in pochi a pensare che la nostra squadra fosse davvero capace di tanto! Certo, il movimento pallavolistico azzurro ci sperava, soprattutto dopo la brutta figura rimediata dai nostri giocatori nel mondiale maschile disputato recentemente in Polonia e dove l’Italia, indicata tra le favorite all’inizio del torneo, ha chiuso con un deludente tredicesimo posto. Certo, giocando in casa, anche considerando il prevedibile aiuto e sostegno del pubblico, in questo campionato del mondo c’erano le premesse per fare bene, ma …

Ma dopo tutti gli imprevisti capitati negli ultimi mesi, forse in cuor suo anche Marco Bonitta, il cinquantunenne tecnico ravennate al suo secondo mondiale sulla panchina dell’Italia dopo quello vinto nel 2002, aveva smarrito le proprie “sicurezze”. Il nostro allenatore, negli ultimi mesi, è stato infatti costretto a ridisegnare più volte l’assetto che aveva inizialmente pensato per la sua squadra. Prima la rinuncia di Tai Aguero, autoesclusasi per motivi familiari, poi una lunga serie di contrattempi e di infortuni, soprattutto quello che ha costretto a rimanere a casa Lucia Bosetti, ovvero colei che può essere attualmente considerata la nostra miglior schiacciatrice, avevano minato certezze e speranze sue, e più in generale di tutto l’ambiente della pallavolo italiana. Fare di necessità virtù, si dice spesso in questi casi. Parole molto più facili a dirsi, che da mettere in pratica. Ma si dice anche … non tutti i mali vengono per nuocere.

Il mondiale di pallavolo è una manifestazione davvero durissima, dove in meno di tre settimane le squadre che puntano alla finale devono prepararsi a disputare ben tredici partite, nessuna delle quali è già vinta in partenza. Alla fine di un evento del genere, solitamente, arrivano fino in fondo le formazioni che riescono a gestire meglio le forze, utilizzando un po’ tutti i giocatori a disposizione e non solo un gruppo ristretto di atleti. Bonitta, proprio a causa degli imprevisti e dei tanti dubbi di formazione che ne sono derivati, si è visto “costretto” a iniziare il torneo modificando ogni giorno il suo “sestetto” di partenza, ruotando partita dopo partita tutta la rosa a disposizione. Una scelta in qualche modo obbligata proprio dall’emergenza, che lo ha portato a chiamare in causa una dopo l’altra tutte le azzurre, dalle più “navigate”, come Francesca Piccinini (35 anni), Leo Lo Bianco (34) e Carolina Costagrande (33), fino alle più giovani, come le poco più che ventenni Cristina Chirichella, Caterina Bosetti e Valentina Diouf.

Ecco allora che, nella prima fase del mondiale in cui le azzurre hanno giocato a Roma in un PalaLottomatica gremito di tantissimi appassionati, sono arrivati, uno dietro l’altro, i successi contro la Tunisia, la Croazia, l’Argentina e la Germania, prima dell’ininfluente sconfitta al quinto set, a qualificazione alla seconda fase ormai ottenuta, contro le ragazze della Repubblica Dominicana. Purtroppo, proprio quando tutto sembrava indirizzarsi per il meglio, in questi ultimi due match si sono verificati dei problemi alle caviglie per Carolina Costagrande e Antonella Del Core, che hanno costretto Bonitta a limitarne per un po’ l’utilizzo. Neanche questo ennesimo imprevisto, però, ha scalfito le nostre giocatrici, che anzi, paradossalmente, a ogni “schiaffo del destino” hanno reagito facendo sempre più gruppo, compattandosi, rafforzandosi, aiutandosi reciprocamente. Mostrando in ogni incontro, accanto a elevate doti tecniche, un carattere e una grinta davvero speciali.

Ecco, proprio il carattere è diventato partita dopo partita la caratteristica principale della nostra squadra, il vero segreto che ha permesso all’Italia di superare, durante la seconda fase del mondiale disputata a Bari, avversari ostici come l’Azerbaigian, il Belgio, il Giappone e soprattutto la Cina. Successi ottenuti davvero facendo di necessità virtù. Vittorie conquistate come “gruppo”, più che per merito delle prodezze di singole star. Ora il mondiale sbarca a Milano. Da mercoledì, infatti, al Forum di Assago inizierà l’ultima fase di questa affascinante rassegna iridata. Italia, Cina, Repubblica Dominicana, Stati Uniti, Brasile e Russia, le nazionali ancora in corsa, saranno divise in due pool da tre squadre ciascuna (nel pomeriggio di lunedì, con Italia e Brasile teste di serie, è in programma il sorteggio con cui saranno formati questi due gironi), e le prime due di ogni raggruppamento giocheranno poi sabato prossimo le semifinali incrociate a eliminazione diretta, ultimo scalino da superare prima della finalissima in programma per domenica 12 ottobre alle ore 20.00.

Francamente, da questo momento in poi il cammino delle nostre giocatrici sarà molto difficile. Formazioni come il Brasile o come gli Stati Uniti, ad esempio, sembrano avere ancora qualcosa in più delle azzurre, così come non vanno sottovalutate le possibilità delle campionesse uscenti della Russia e nemmeno quelle di Cina e Repubblica Dominicana. Comunque, a prescindere da come andrà a finire, già da adesso tutti gli appassionati di pallavolo italiani possono essere orgogliosi di quanto ha saputo fare questa nazionale.

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