Facebook Dating

Da qualche giorno anche in Italia è attiva Facebook Dating, la funzione specifica del social network pensata per “incontri online”. Quale esperienza si cela dietro questo genere di app?

In questo particolare momento che viviamo, con la sempre più ridotta possibilità di contatti sociali allargati, avere possibilità per conoscere nuove persone sta diventando davvero una grande impresa. Non stupisce che in concomitanza con il lockdown sempre più persone abbiano deciso di provare le app di incontri che permettono di aggirare l’ostacolo, puntando su una conoscenza personale diretta. Alle app già presenti da qualche settimana si è aggiunta anche Facebook Dating, un servizio collegato a Facebook, che funziona attraverso la app di Facebook ma rimane separata dal proprio profilo personale, da cui vengono importati i dati di partenza del proprio profilo per costruire il profilo specifico di Facebook Dating ed indipendente da quello utilizzato sul social.

L’interfaccia ricalca il principio di funzionamento delle altre app di dating, come Tinder o Meetic, mostrando uno dopo l’altro una serie di profili che l’algoritmo ritiene possano essere affini, anche per provenienza geografica. Una volta presa visione del profilo e delle informazioni mostrate è possibile mettere like, per esprimere il proprio interesse, oppure garbatamente esprimere il proprio disinteresse cliccando sulla X.

A differenza delle altre app, dove per poter interagire con un’altra persona è necessario che l’interesse sia stato espresso da entrambe le parti (match), su Facebook Dating esiste la possibilità di contattare la persona di cui appare il profilo cliccando sulla sua foto. A differenza delle altre chat, è possibile vedere chi ci ha messo il “mi piace” e quindi eventualmente rispondere oppure “scartare” quel profilo.  Anche in Facebook Dating la chat con cui si possono scambiare le prime parole non permette di inviare altro che testo ed emoticon, per garantire che nessuno la usi in maniera impropria.

Una interazione con Facebook comunque c’è: nella possibilità di manifestare il proprio interesse per un amico sul social attraverso la funzionalità Passioni Segrete o in quella di ricevere il suggerimento di profili da visionare in base agli eventi o gruppi frequentati in comune per rendere l’incontro il più possibile “compatibile”. Viene poi anche mostrato se abbiamo amici in comune su Facebook, e questo può tornare utile per poter chiedere eventualmente “referenze” agli amici in comune. Se apriamo Facebook ci vengono la notifica se riceviamo un “mi piace” o un nuovo messaggio, ma nulla dell’attività svolta su Facebook Dating viene mostrata sul nostro profilo.

A differenza delle altre app, che sono considerate spesso come luoghi di incontro per relazioni occasionali o di ONS (one night stand, sesso occasionale), l’obiettivo di Facebook Dating è, almeno nelle intenzioni, più orientato a creare l’opportunità a creare conversazioni con un senso e non solo fare swipe davanti a centinaia di profili.

Si può utilizzare queste app per cercare “qualcosa di serio”?

L’utilizzo di app come Tinder o Meetic è sicuramente cambiato nel tempo. Se all’inizio questi erano luoghi dove cercare il divertimento, spesso purtroppo anche per scappare dalla noia della propria relazione, forse anche per “colpa” della pandemia e dei ritmi frenetici della nostra vita, sempre più persone le usano in cerca di nuove conoscenze con una finalità più duratura dell’avventura di una notte. Con le dovute precauzioni, queste app possono quindi essere una valida alternativa per fare nuove conoscenze, e molte delle dinamiche che si innescano non sono così diverse da quelle che si possono vivere normalmente.

I rischi dell’uso di app di incontri

Esistono dei rischi. Il primo è ovviamente quello di incappare in persone con intenzioni non corrispondenti al proprio obiettivo o che dal vivo sono diverse da come ce le si aspettava. Per evitare ciò è importante giocarsi bene il primo approfondimento in chat, per filtrare a monte prima di un incontro dal vivo. Un consiglio è quello, se si vuole uscire dalla app per continuare la conoscenza, di appoggiarsi ad app che non richiedano di dover dare il proprio numero di cellulare prima di aver dal vivo l’altra persona. Questo può essere anche un utile “stress-test” per l’altro.

Il meccanismo delle app mette poi nella condizione di giudicare una persona in una frazione di secondo quasi esclusivamente sul primo impatto dell’aspetto estetico, anche quando ci si è impegnati a scrivere una bella presentazione. Trovare la foto giusta da mettere nel profilo diventa così il viatico per vedere aumentare esponenzialmente il numero di “mi piace” e “match” ricevuti.

Ma questo implica un rischio più profondo. L’operazione di swipe rischia infatti, magari complice la noia, di diventare compulsiva, come si trattasse di sfogliare un album di figurine basandosi su uno scarto o una promozione continua di corpi dentro ad un calderone consumistico dove il corpo viene ridotto a immagine fissa che il dito sceglie se scartare o approvare. E anche chattare quasi contemporaneamente con molte persone diverse, alla lunga può far provare la schizofrenia di passare da una persona all’altra, come in una catena di montaggio. E lo stesso vale quando si incominciano a programmare uscite di conoscenza una dietro l’altra.

Usare app e servizi di incontri non è, soprattutto in questo periodo storico, una cosa del tutto negativa, di esperienze positive ce ne sono tante. Ma bisogna imparare a farlo in maniera consapevole, anche umanamente: per non dimenticare che dietro quello schermo ci sono delle persone e come tali vanno trattate.

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