Facciamo silenzio, proviamo a pensare
«Penso che ognuno di noi, anche nel turbinio del lavoro giornalistico, possa e debba ritagliarsi degli spazi di silenzio. Ne va del futuro della comunicazione mass-mediatica stessa». Lo afferma Michele Zanzucchi, direttore del quindicinale Città Nuova, all'indomani della Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, dedicata quest'anno al tema "Silenzio e Parola: cammino di evangelizzazione» in un'intervista realizzata da Fabio Colagrande.
«Il silenzio dà vita alla comunicazione e ha una valenza non solo nel rapporto interpersonale ma anche nel nostro rapporto con il mondo mass-mediatico» spiega Zanzucchi che ha appena pubblicato per Città Nuova Editrice il volume "Il silenzio e la parola. La luce. Ascolto, comunicazione e mass media». «I mezzi di comunicazione hanno dimenticato completamente la fecondità del binomio 'parola-silenzio' nella loro attività, e se non parlano sono convinti di non esistere. Eppure dovrebbero riscoprirlo se non vogliono rischiare di ridursi in cacofonia o babele».
«Il cristianesimo ha un Dio trinità che è in sé comunicazione» conclude Zanzucchi. «Se in qualche modo possiamo dire che il Padre è il silenzio, il Figlio la parola e lo Spirito la luce, proprio da queste relazioni intertrinitarie viene fuori il vero modello della comunicazione che è silenzio e parola allo stesso tempo».