Exit, uscita di sicurezza

La7, ogni venerdì, ore 31,30. In tv tutti parlano e si azzuffano, denunciano e si lamentano. I problemi sono chiari a tutti, vengono di continuo evocati, ma non uno che si sforzi di trovare uno straccio di soluzione. Con questa provocazione nasce Exit, uscita di sicurezza, nuovo programma de La7. Al di là però dell’impegnativo obiettivo (dare una risposta, almeno una, alle difficoltà della gente) il programma cerca di non prendersi troppo sul serio, e prova a muoversi in una terra di mezzo tra la denuncia e lo sberleffo. La trasmissione cerca di restare in bilico tra l’approfondimento giornalistico e la candid camera, il guizzo cabarettistico e l’inchiesta alla Report, la battaglia dalla parte del consumatore alla Lubrano e la fulminea provocazione stile Iene. È quest’ultimo infatti il termine di paragone più opportuno per capire obiettivi e potenzialità del programma. Exit è infatti un fratellastro delle Iene, l’ha ideato Alessandro Sortino, il rosso della banda di Italia1, già accanto a Mentana per ripensare il taglio dei servizi di Matrix, il giornalista che da tempo cerca di svecchiare il talkshow, sperimentando nuovi linguaggi, modalità alternative di raccontare la realtà ai più giovani. L’idea è quella di affrontare ogni vicenda di sponda, trovando l’aspetto inedito, il punto di vista spiazzante che suscita un sorriso prima, la riflessione dopo. Ad esempio, tra i tanti modi possibili, Exit parla del dibattito sulla famiglia mandando un finto prete, del tutto verosimile, al concerto del primo maggio, inviato della fantomatica tv satellitare Telefamiglia. Il confronto diretto fra il sacerdote e il popolo del rock, all’inizio sembra irriverente, alla fine si rivela invece un efficace, divertente escamotage per sottolineare gli spazi di dialogo che ancora ci sono tra visioni del mondo che sembrerebbero opposte. Parla invece del problema casa, raccontando con leggerezza la storia di quanti in Umbria si stanno costruendo, con fatica ma tutti insieme, la propria abitazione. È una delle uscite di sicurezza, una delle possibili vie d’uscita che il programma prova a dare, senza supponenza, ai problemi affrontati. Il volto della trasmissione è quello gradevole di Ilaria D’Amico, noto a tutti gli appassionati di calcio che da anni la seguono su Sky. È lei a condurre in studio il lungo dopopartita, con le interviste dagli spogliatoi, e i commenti degli esperti. Per lei Exit è la possibilità di fare il grande salto, dalla chiacchiera un po’ caotica del campionato di calcio, alla fredda analisi in studio sulle questioni di più stringente attualità. Le prime puntate l’hanno mostrata caparbia, volenterosa, determinata. Sui contenuti è però parsa incerta, ancora alla ricerca della giusta sintonia con un contesto che non le è familiare. La sostengono però i servizi filmati che restano al momento la cosa più interessante del nuovo programma.

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