Eventi romani
Accademia Filarmonica Romana. Nei Vespri della Beata Vergine (1607) di Claudio Monteverdi l’ottimo Concerto Italiano diretto con giusta misura da Rinaldo Alessandrini avvolge il pubblico nelle polifonie di salmi, mottetti, inni e antifone di un’aria incantata a cui siamo quasi disabituati. Monteverdi è genio: fantasia e intelligenza interpretano liberamente il sacro, senza nulla stravolgere. Anzi, ogni fiore vocale o strumentale – è di una tale semplice bellezza da far commuovere. Fra i tanti brani, eccellono l’Ave maris stella ed il Magnificat, ove la linea del canto è sentimento e preghiera, mentre l’orchestra procede per strade parallele commentando, preparando i punti d’incontro. Musica perfetta: sembra scritta oggi, tanto è moderna. Eppure, resta inafferrabile. Come il genio di Mozart, di cui Alexander Lonquich, insieme alla magnifica Orchestra da camera di Mantova, sembra tuttavia possedere l’anima. Diversamente, negli ultimi 14 Concerti per pianoforte e orchestra dall’11 al 18 maggio l’esecuzione sarebbe stata solo diligente, ma superficiale. Invece, nella gioia reale di far musica insieme fisicamente, inventando ogni sera un modo nuovo di far entrare il pubblico in quel prisma che è il mondo del Salisburghese, ci si è rivelata un’umanità ilare, divertita, trepidante, malinconica. L’umanità vicina-lontana di Mozart. Il tocco sapiente di Lonquich e la sua intelligenza interpretativa sta nel non farci accorgere delle altezze (meglio, abissi) ove l’arte mozartiana ci porta. Tutto scorre naturale, nota per nota ci entra dentro e non se ne va più. Diventa parte di noi. Il pubblico folto di giovani e giovanissimi si esalta, e Lonquich concede bis a iosa. Com’è giusto. Quando la musica non è solo evento mediatico, ma vivere insieme l’ Armonia. RATTLE & SAVALLISCH Accademia Nazionale Santa Cecilia. Un corpo solo di suoni potenti e morbidi. Questi, i Berliner Philarmoniker. Li guida,democraticamente Simon Rattle (nella foto), 49 anni,gran chioma bianca,estroverso inglese di Liverpool. Si eseguono Bach (Concerto Brandeburghese n.1) e Haydn (Sinfonia in do magg. n.90) in una versione lussuosa, da cofanetto. Rattle gioca sul podio, con la mimica facciale e gestuale di gran classe. Quartetto per pianoforte Brahms – Schönberg, il direttore fa passare qualcosa di sé – mica facile con i Berliner – stuzzicando malinconia e ritmo. L’orchestra è superba (corni e contrabbassi),un motore incandescente ma autocontrollato. Grande successo, per Rattle e i Berliner. Ma lui, il direttore colto e aperto, lo aspettiamo a prove più impegnative e un po’ meno gelide.Wolfgang Savallisch, invece, con i suoi 81 anni, cava un nobile fraseggio dall’orchestra ceciliana. Perciò il suo Schubert (Sinfonia n.6) è dolcemente rossiniano – bellissimo il flauto di Andrea Oliva – ed il suo Brahms (Sinfonia n.2) pensieroso in positivo. Gesto attento, sobrio, affettuoso. E dal pubblico, riscaldato, scatta l’ovazione. e archi n. 1 di