Evangelizzazione e transizione ecologica. Verso Taranto 2021

Il 29 maggio, alcune diocesi pugliesi con l’arcivescovo di Taranto mons. Filippo Santoro e l’arcivescovo di Bari-Bitonto mons. Giuseppe Satriano continuano il percorso di preparazione alle Settimane Sociali dei cattolici italiani con un incontro dal titolo “Evangelizzazione e transizione ecologica”
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Prima di affrontare i nuovi scenari che come società la transizione ecologica porterà a vivere e tra i contenuti che verranno analizzati durante la Settimana sociale dei cattolici italiani a Taranto a ottobre 2021, il primo passo da compiere è rivedere l’idea di “connessione”.

Dopo la 48° edizione di Cagliari e i rinvii a causa del lockdown, esperti, vescovi, laici, giovani, imprenditori torneranno ad incontrarsi per studiare e per far conoscere ai cattolici il vero messaggio sociale cristiano, in un dialogo attivo e propositivo per il contesto in cui sono chiamati a vivere. È questo il principio di base delle Settimane sociali dei cattolici italiani nate nel 1907 dall’idea del beato Giuseppe Toniolo e che mons. Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto e presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, continua a rendere sempre attuali.

Ogni anno le Settimane sociali incentrano il dibattito su diversi ambiti e inevitabilmente la 49° edizione di Taranto tratterà il tema del lavoro e dell’ambiente in un contesto, come dice il sottotitolo dell’evento in cui “tutto è connesso”.

Il 29 maggio, alcune diocesi pugliesi con l’arcivescovo di Taranto mons. Filippo Santoro e l’arcivescovo di Bari-Bitonto mons. Giuseppe Satriano, continuano il percorso di preparazione alle Settimane Sociali con un incontro dal titolo “Evangelizzazione e transizione ecologica”. Sarà l’occasione per approfondire alcuni temi con Michele Illiceto della Facoltà teologica pugliese e Gianluigi De Gennaro, docente di Chimica all’Università degli studi di Bari.

Alla “connessione” fa spesso riferimento l’instrumentum laboris: a connetterci è il processo tecnologico con la velocità di trasmissione dati, di comunicare oltre le barriere fino quasi a sentirci omologati in un medesimo contesto virtuale e fluido. Nella pagina legata all’emergenza sanitaria abbiamo sperimentato la connessione traslata nei gesti quotidiani, durante la pandemia: un’azione sbagliata di un singolo o di un gruppo di persone, come per esempio, l’uso della mascherina, avrebbe provocato rischi allo stato di salute di cittadini e comunità. Il coronavirus, così, ha messo a nudo tutte le connessioni della quotidianità e soprattutto ha fatto emergere, forse una volte per tutte, le connessioni del limite umano, visto come un orizzonte, toccato, raggiunto con risultati disastrosi. Abbiamo continuato percorsi personali braccati nell’interesse individuale, senza preoccuparci di risolvere problematiche economiche, ecologiche, sociali vecchie di decenni.

L’uomo spesso si è impegnato per debellare la percezione dei limiti con deliri di onnipotenza. Ora, invece si stanno accelerando processi virtuosi, rieducando la società a nuovi stili di vita. Per lungo tempo l’uomo ha vissuto e vive pensando di essere padrone, di poter risolvere qualsiasi cosa oltre ogni limite. In modo eccessivamente individualistico, ha usato le sue connessioni a uso e consumo a discapito del fratello, sovraproducendo, influenzando parte della comunità, agendo nelle trame dei giochi di potere senza riflettere sulle conseguenze di varcare eventuali confini spaziali e temporali da rispettare. I risultati ecologici ed economici sono evidenti nelle nostre città, nelle disuguaglianze, nelle incertezze e nella precarietà. Siamo tutti su questa barca che rischia di capovolgersi con i nostri movimenti repentini.

Siamo almeno arrivati ad un porto in cui è necessario mettere sul tavolo, e nelle nostre scelte quotidiane, nuove idee dove anche in questo caso è fondamentale l’azione del singolo, ma con un nuova visione e forse conosciuta, del deturpato glorioso passato. La Settimana sociale dei cattolici italiani di Taranto può rappresentare il giro di boa.

L’egocentrismo è ricaduto sull’ecologia trasformandola in “egologia” e sull’interesse economico divenendo “egonomia”. Bisogna ragionare sulle sfumature dei termini dandone il giusto significato; rendere l’egocentrismo che ha “influenzato le relazioni” con un “nuovo umanesimo”. L’umano è da recuperare e valorizzare: umano come “Creatura”. Creazione e risurrezione vanno di pari passo. L’umanesimo rimanda a un tempo in cui l’uomo era sì al centro, ma il suo sapere era costantemente proiettato alla ricerca della Natura, della sua essenzialità. È una sfumatura da recuperare e che il progresso e l’iperspecializzazione hanno contribuito ad allontanare. L’urgenza è proteggere la creazione; tutelarla offe un passo nuovo all’umanità per nuove possibilità di vita, di lavoro, di dignità e l’uomo è chiamato a costruire ponti di relazioni, legami, non soltanto produttività.

L’enciclica di papa Francesco Fratelli tutti è nata nel bel mezzo della pandemia e rappresenta, insieme alla Laudato si’, la colonna portante di un nuovo senso di comunità su cui oltre a prendere spunto le giornate tarantine delle Settimane sociali dei cattolici italiani, sembra essere in una comunione di intenti con le scelte del Recovery fund in cui si parla di transizione ecologica e  digitalizzazione, con sensi e significati ben differenti con un occhio alla coesione sociale, alla salute, alla cultura e la tecnologia (a servizio dell’uomo e non il contrario). Non sono poche le disparità da livellare, camuffate dalla possibilità di accesso “smart” o principi democratici aleatori.

La Chiesa ha già iniziato un processo con l’Economy of Francesco: l’intraprendenza e le idee dei giovani imprenditori stanno spingendo a nuove dinamiche sociali di sviluppo per un’economia verso il bene comune. Il 29 maggio, durante l’incontro in preparazione alla Settimana sociale di Taranto, Davide Patruno, referente di Economy of Francesco per la Puglia, impegnato insieme a un gruppo di studenti di economia, giovani imprenditori, una ricercatrice che studia il reddito di cittadinanza, un seminarista, un lavoratore ex-Ilva, accennerà ad alcuni obiettivi futuri come la mappatura dei beni ecclesiastici inutilizzati da riconvertire; la creazione di comunità di fraternità giovanili; educazione e diffusione dell’“economia di Francesco” nelle scuole. Insieme a lui Alessandra Pepe della Rete Nuovi stili di vita contribuirà a mettere in connessione esperienze virtuose interdiocesane.

Le parole produzione, consumismo, che hanno invaso la mentalità individualista, devono far posto alla “generatività” umana e sociale. È tempo di riportare al centro lo “scarto”. Quella utopica idea del “noi”, “insieme” è tempo di praticarla. L’uomo non è solo un codice, una password, una remunerazione, ma relazione, creatura e creatività e cultura. Al ricatto, che molte persone subiscono per “permettersi una vita” va sostituito il dialogo, l’inclusione, la nuova “connessione”. Mettere al bando l’integralismo che separa le vite per favorire l’ecologia, l’economia integrale.

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