Eva & Adamo
Come ci ricorda lo storico Yuval Harari, la storia è puntellata da narrazioni condivise da un gran numero di persone. E quella di Adamo ed Eva è una grande narrazione. Raccogliendo racconti tramandati a voce, è stata scritta più di due millenni e mezzo fa. I suoi autori non sapevano nulla del Big Bang, della preistoria, dei dinosauri, dei Neantherdal e dei Sapiens. Si basavano sul meglio della scienza condivisa allora, che erano i miti della tradizione mesopotamica. E su di essi hanno inserito un’idea folgorante. Tutto quello che c’è al mondo viene da Dio. Dalla pulce a quel misterioso sentimento dell’anima umana che è l’amore. Che come canta Jovanotti: «è una trappola… Mica sempre, però / qualche volta ti libera e ti senti una favola / e ti sembra che tutta la vita non è solamente retorica / ma sostanza purissima che ti nutre le cellule / e ti fa venir voglia di vivere fino all’ultimo attimo».
Le prime pagine della Bibbia presentano due racconti, uno dopo l’altro. Entrambi celebri. Autentici best-sellers. Il primo è grandioso, scandito dal ritmo dei sette giorni. Il secondo è meno solenne, ma più intrigante. Il set è modesto. Non c’è l’intero universo, ma un giardino. Da questo, Dio impasta della argilla rossiccia e modella un adam, un essere “fatto di terra”. Gli soffia nelle narici e terroso si anima. Si guarda attorno. Niente male, il giardino, pensa. Alla sera però si sente triste. Sì, tutte quelle bertucce, libellule, leonesse ed elefantini, pavoni e gazzelle, che gli stanno attorno sono… carini. Ma gli manca qualcosa. S’addormenta, mogio mogio. Dio capisce qual è il problema e interviene. Con quella che è stata la prima anestesia della storia, gli cava una costola. Con essa modella la donna. Quando l’adam si sveglia, la vede. «È lei!» esulta. Anni dopo racconterà ai nipotini d’aver detto: «questa è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa». La frase resterà celebre. Oggi riceverebbe un’ondata di like. È la frase che ogni uomo e donna dice quando sa d’aver trovato la persona fatta per lei, per lui.
Ma ora scivoliamo sul pettegolezzo. La donna era bella? L’adam era certo di sì. Ma con il passare del tempo si avanzarono diverse opinioni. Ovviamente non si sa, lei non si era fatto alcun selfie e l’adam non aveva postato foto di lei. Se si interroga la scienza, guardando la ricostruzione dell’australopiteco Lucy, sembra proprio difficile affermare che fosse una bellezza travolgente. Ma se si interroga la tradizione ebraica, le cose son diverse. Alcuni rabbini non hanno dubbi: la prima donna è stata la più bella mai esistita al mondo, di fronte alla quale anche tipe come Kim Kardashian o Bella Hadid avrebbero sfigurato come una bertucce. Perché, dicono loro, essendo stata fatta dalle mani di Dio non poteva che essere bellissima. Comunque fosse, l’adam la chiamò Hawwah, Eva, che significa “vita”. Dandole il primo nome proprio al mondo. Un regalo non da poco. L’adam si guadagnerà la sua maiuscola solo dopo e diventerà Adamo. Da Eva scaturirà la storia. Che, come scrive Elena Loewenthal, «viene dal grembo delle donne, inizia con uno spasmo di travaglio e una testa che sbuca al mondo».
__