Europa, mille miliardi per il piano verde

Green Deal, si parte. Il Parlamento Europeo approva il piano verde promosso dalla presidente della Commissione Ursula Von der Leyen. In arrivo, per l’Italia, 4 miliardi.
AP Photo/Jean-Francois Badias

Il Parlamento Europeo va al voto per definire strategie e stanziare fondi per la più importante svolta ambientalista, la cosiddetta “terza rivoluzione industriale” del vecchio continente.

Dopo quella del diciannovesimo secolo basata sul carbone e sulla nuova infrastruttura ferroviaria, e dopo quella del ventesimo secolo con la scoperta dell’elettricità, l’invenzione del motore a scoppio, la terza rivoluzione riguarda le nuove forme di energia green.

La data del 14 gennaio 2020 entra quindi nella storia industriale del vecchio continente, nella lotta al cambiamento climatico. Una nuova strategia dell’unione europea che porterà a un nuovo modello di sviluppo: il Green deal. È un modello improntato alla sostenibilità sociale, economica, finanziaria: 50 proposte legislative nei prossimi due anni, e la prima viene varata oggi 14 gennaio sulla creazione del fondo “per la transizione giusta”, cioè per l’uscita dall’economia basata sul carbone.

La proposta riguarda “un piano di investimenti per il “Green deal” e di un meccanismo per la transizione giusta”, come afferma la presidente della stessa Commissione, Ursula Von Der Leyen, in un dibattito all’Europarlamento sulle priorità della presidenza croata
dell’Ue. Con la transizione giusta “diamo priorità ai settori e alle regioni che saranno confrontati alla sfida più grande – continua la Von Der Leyen – e che dovranno fare gli sforzi più grandi” per realizzare gli obiettivi della neutralità climatica.

L’obiettivo europeo è di ridurre del 40% le emissioni inquinanti entro il 2030 e addirittura azzerarle nel 2050.

A dicembre scorso i Paesi dell’Unione avevano già dato parere favorevole aderendo al piano promesso dalla presidente della Commissione Von der Leyen. Tutti tranne la Polonia, paese fortemente dipendente dal carbone, che si spera di convincere entro l’estate grazie ad un fondo di 10 miliardi.

“L’Italia avrà a disposizione probabilmente dai 4 miliari in su” per la riconversione ecologica dell’ex Ilva di Taranto. Lo ha spiegato il presidente del Parlamento europeo David Sassoli. Arriveranno dal “Fondo per la transizione giusta. – continua Sassoli – Vi potranno attingere sia le Regioni, sia i settori nazionali e le aziende dei Paesi che hanno sistemi industriali dipendenti dal carbone”.

In totale, per tutto il progetto europeo Green Deal si parla della cifra di mille miliardi nei prossimi dieci anni ma per sostenere il fondo di transizione nell’immediato ci saranno 100 miliardi che arrivano dal bilancio europeo, da investimenti privati e da InvestEu, il sistema gestito dal Commissario all’economia Paolo Gentiloni.

Gli Stati membri hanno tempo fino al 2021 per inviare a Bruxelles un proprio piano nazionale, in cui spiegheranno come vogliono spendere questa mole di denaro. I singoli piani dovranno essere approvati dalla Commissione per poi ricevere i fondi previsti.

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