Europa bonsai? No, grazie!

Le prossime votazioni comunitarie viste dalla Slovenia. Una riflessione su speranze e timori, dal nostro corrispondente
Il Parlamento europeo

Fino a ieri considerata la terra promessa, intesa come una casa comune fonte di benessere per i popoli europei, l'Unione europea sta attraversando oggi una seria crisi esistenziale.

La solenne entrata di otto Paesi ex comunisti, compresa la Slovenia, nell’Unione europea, il primo maggio di dieci anni fa, era stata salutata come un evento storico, e per tanti europei quello era stato il giorno più felice dopo la Seconda guerra mondiale. «Finalmente l’Europa respira con due polmoni», era il pensiero entusiasmante prevalente.

«L'Europa ha bisogno dell’anima! Per la sua sopravvivenza non bastano le promesse di un grande mercato comune e le proposte attraenti di alcuni aspetti della politica comune»: quest'invito di papa Giovanni Paolo II è rimasto purtroppo non ascoltato. Tra i pochi che erano coscienti dell’importanza di tale avvertenza c'erano Romano Prodi, commissario dell’Unione Europea in quel periodo, e Chiara Lubich, fondatrice e presidente del Movimento dei Focolari, che assieme ad altri movimenti cristiani si è impegnato pienamente, anche con il progetto “Insieme per l’Europa", a realizzare la proposta del papa.

Uno dei "frutti" della cosiddetta “Europa moderna” (leggi: la globalizzazione indirizzata al commercio e una multiculturalità apparente) è il "taglio" costituzionale delle radici cristiane, che ha provocato la graduale respinta dei valori e degli ideali, sui quali i padri dell'Europa unita, Adenauer, Schuman e De Gasperi, sulle macerie della Seconda guerra mondiale, avevano fondato una  Europa rinnovata per una convivenza pacifica duratura. 

Per noi, nella storia recente, il 25 maggio era la Festa della gioventù, con la conferma della fedeltà ideologica a Tito, quest’anno invece sarà per tanti europei il giorno di verifica della fedeltà alla grande casa europea comune. Nella Slovenia le elezioni dei deputati al Parlamento europeo ci saranno per la terza volta e sceglieremo 8 dei 751 deputati. A prima vista sembra poco, ma niente meno importante. Questa volta si tratta dell’“anima”, senza la quale non c’è vita, e per questo è importante ogni voto che assicuri impegno per la vera libertà e uguaglianza di tutti basata su una fratellanza genuina. Solo un’Europa cosciente delle proprie radici e che da esse assorbe il succo vitale dei valori umani basilari, può essere la portatrice dello sviluppo armonico della civiltà, nella quale ogni uomo e ogni popolo trova il suo giusto posto e l’insostituibile ruolo storico, dentro la grande famiglia umana.

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