Euroflora: il fiore che unisce

Entriamo dentro la grande esposizione di fiori e piante che ha richiamato a Genova migliaia di florovivaisti e di appassionati dal pollice verde
Uno dei giardini di Euroflora

L’appuntamento è ogni cinque anni e i cinquantamila biglietti esauriti in prevendita qualcosa vorranno pur indicare. La decima edizione di Euroflora a Genova è indubbiamente un appuntamento di richiamo internazionale, per appassionati vivaisti, produttori e rivenditori di piante e fiori e per chi ha il pollice verde o vorrebbe imparare ad averlo. Basta solo il nome di questa fiera per garantire un pubblico di visitatori numerosissimo e interessato.

 

Basta, poi, immergersi negli enormi padiglioni della fiera – con a lato il mare – per sentirsi in un mondo di favola, ma agli organizzatori non basta: i fiori, le composizioni e le piante lanciano anche messaggi all’attualità da qui l’indovinato slogan: "Il fiore che unisce". E perché no? Una volta tanto lasciamoci condurre da questo auspicio: che sia la bellezza e il profumo dei fiori a unire i popoli e non solamente i trattati. Inoltriamoci allora sull’enorme viale centrale dedicato agli orti e ai giardini urbani, e dove ci si imbatte in tante varietà di insalata e cavolo cappuccio.  Poi bisogna indirizzarsi verso l’enorme catino del palasport, dove tra cascate fresche e ripide di rocce; si mostra come ricreare la natura dopo gli incendi e poi c’è tutto lo spazio dedicato al verde urbano.

 

Ma sono i fiori quelli che incantano per forme e colori e che ti prendono per mano già, appena varcate le biglietterie: è un immenso prato colorato di corolle di gerbere a dare il benvenuto. Accanto all’esposizione ci sono poi gli incontri e i dibattiti e così ci si trova a dissertare sul perché la strelitzia piace agli uomini più che alle donne, questo fiore dei guerrieri, che spunta in gruppi qua e là, sembra proprio il più gettonato dal genere maschile. Euroflora,  quest’anno, vuol raccontare  questi anni confusi e pericolanti in cui viviamo: piantine di melone e pomodoro spuntano da valigie piantate in un´aiuola dove svettano cartelli che indicano Casablanca, Bangkok oppure Bogotà.

 

Poi c’è lo spazio per ricordare e commemorare i 150 anni dell’unità d’Italia, tra le tante creazioni curiose sono il  tricolore con il ritratto di Roberto Saviano e la pagina della Costituzione; e poi c’è una  culla fatta di rose, margherite e fiordalisi, per incoraggiare la natalità, dato che un bambino nuovo per Euroflora è come un fiore che nasce. Anche l’arte viene celebrata da una scalinata rinascimentale orlata di buganvillee e da statue di draghi, civette, aquile tutte rigorosamente verdi e realizzate da siepi. Insomma tanti i messaggi di speranza che si possono dire con i fiori. L’Equador, ad esempio, ha approntato un suo stand premiato come omaggio agli ecuadoregni, la più grande comunità straniera residente a Genova. E infine le rarità :l’ulivo di 2600 anni e i preziosi bonsai dal Giappone, scampati alla furia terremoto. Insomma Euroflora si conferma un appuntamento non solo per la natura, ma anche per la storia

 

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