Eurallumina di Portovesme, c’è l’accordo
Tra due anni potrà produrre a pieno regime. L’Eurallumina di Portovesme nel Sulcis dopo tre anni di stop avvierà a breve i propri impianti. Nei giorni scorsi è stato siglato un protocollo d’intesa al ministero per lo Sviluppo economico che prevede studi di fattibilità e investimenti – anche con il sostegno pubblico – sulla linea produttiva e, sul fronte energetico, la realizzazione di una nuova caldaia, nel quadro di una sostenibilità ambientale dello stabilimento.
«Con questa firma viene definito un percorso chiaro e concreto per la ripartenza di Eurallumina – ha detto il ministro Passera -. Per ottenere questo risultato sono state importanti la determinazione e la volontà di tutte le persone che ci hanno creduto. Con l’impegno congiunto delle istituzioni nazionali e locali e delle forze sociali il Sulcis può avere un futuro, industriale e occupazionale. Noi ci crediamo e continuiamo a lavorare intensamente affinché anche per le altre aziende in crisi della zona si possa trovare una soluzione».
Lo stabilimento era stato chiuso nel marzo del 2009 perché l’impianto era diventato antieconomico. Era il primo segnale della crisi che avrebbe investito l’intero comparto industriale del Sulcis, sfociato poi con la clamorosa vicenda Alcoa. Il trenta per cento del prodotto Eurallumina veniva venduto all'impianto prospiciente di Alcoa per la trasformazione in alluminio, un'altra percentuale dello stesso prodotto era diretto a Cagliari nello stabilimento Fluorsid, mentre la parte rimanente era stato spedito via nave agli altri stabilimenti della stessa Rusal.
Nel documento è previsto che la soluzione tecnica per abbattere i costi dell'energia sia la costruzione di una caldaia a cogenerazione (energia termica ed elettrica) alimentata a carbone. L’investimento è di poco più di 100 milioni e verrà costituita una nuova società, una NewCo in cui la Rusal, proprietaria dello stabilimento, avrà la quota di maggioranza mentre la finanziaria regionale Sfirs avrà la quota minoritaria. Si prevede che tutto il 2013 sia necessario per predisporre piani di fattibilità e ottenere autorizzazioni varie, mentre i lavori dovrebbero partire nel 2014. Per far entrare in attività la caldaia, saranno necessari tra i 18 e i 24 mesi.
Per rendere competitiva la raffineria di allumina, la Rusal vorrebbe utilizzare bauxiti africane che, sviluppando una temperatura d'esercizio più bassa, garantirebbero una riduzione dei costi energetici. Per utilizzare queste nuove bauxiti sarà necessario modificare gli impianti: intervento che dovrebbe essere coperto da un contratto di programma con il ministero dello Sviluppo economico da 9 milioni di euro.
Quanto alle reazioni, se da un lato i lavoratori hanno tirato un sospiro di sollievo, i sindacati sono più prudenti.
«Non ci nascondiamo che molto resta condizionato a una serie di fattori che devono essere realizzati nel giro di poche settimane – ha detto Roberto Puddu, segretario territoriale della Cgil del Sulcis -. C’è la vicenda giudiziaria del bacino dei fanghi rossi ancora sotto sequestro, ma la decisione del giudice di acconsentire alla messa in sicurezza è una grande apertura. Con il bacino sbloccato, in primavera possiamo passare alla costituzione della newCo, quindi si lavorerà per la ripresa della produzione. Dobbiamo rendere merito a questo governo – ha aggiunto – e, in particolare, al sottosegretario allo Sviluppo economico Claudio De Vincenti, per come ha operato per convincere la Rusal, dopo anni di iniziative inconcludenti. I lavoratori hanno sempre fatto fronte comune, con la Regione e con i sindacati, senza le fratture che si registrano altrove. Grazie a loro e alla pazienza che hanno avuto in questi anni difficili, oggi possiamo salvare un enorme patrimonio di competenze tecnologiche ed una fabbrica che potrebbe rappresentare, speriamo, un traino anche per Alcoa».
Per il presidente Ugo Cappellacci si tratta di un passo in avanti importante e concreto in una vertenza cruciale per i lavoratori, il territorio e l'intera Sardegna. «In questo momento – ha detto Cappellacci – è giusto esprimere un ringraziamento sincero agli operai ed alle loro famiglie, che con loro determinazione e sollecitazione quotidiana hanno permesso che si arrivasse a questo primo risultato».
Il percorso concordato sarà accompagnato con le procedure per la cassa integrazione fino al 31 dicembre 2013 e dalle misure finalizzate a consentire all'azienda di porre in atto gli studi di fattibilià ed ottenere le autorizzazioni di legge per tutti gli interventi necessari a rendere competitivo l'impianto dell'Eurallumina.