Eucarestia e trasfigurazione del cosmo

L’effetto dell’Eucaristia va oltre [la risurrezione della carne]. Dice Paolo: La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio; essa infatti è stata sottomessa alla caducità – non per suo volere, ma per volere di Colui che l’ha sottomessa – e nutre la speranza di essere essa pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio (Rm 8,19-21). Ciò vuol dire che anche il creato è chiamato in qualche modo alla gloria. Gesù che muore e risorge è certamente la causa vera della trasformazione del cosmo. Ma, dato che Paolo ci ha rivelato che noi uomini completiamo la passione di Cristo (cf. Col 1, 24) e che la creazione attende la rivelazione dei figli di Dio (Rm 8, 19), Dio aspetta anche il concorso degli uomini, cristificati dall’Eucaristia, per operare il rinnovamento del cosmo. Si potrebbe quindi dire che in forza del pane eucaristico l’uomo diventa eucaristia per l’universo, nel senso che è, con Cristo, germe di trasfigurazione dell’universo. Infatti, se l’Eucaristia è causa della risurrezione dell’uomo, non può essere che il corpo dell’uomo, divinizzato dall’Eucaristia, sia destinato a corrompersi sottoterra per concorrere al rinnovamento del cosmo? Non possiamo dunque dire di esser noi dopo la morte, con Gesù, l’eucaristia della terra? La terra ci mangia come noi mangiamo l’Eucaristia: non quindi per trasformare noi in terra, ma perché essa si trasformi in cieli nuovi e terra nuova. È affascinante pensare che i corpi dei nostri morti cristiani hanno il compito di collaborare con Dio alla trasformazione del cosmo. E nasce nel cuore grande affetto e venerazione per coloro che ci hanno preceduto. Così si comprenderebbe ancor meglio il culto secolare per coloro che chiamiamo morti – e soprattutto per i corpi dei santi -, ma che stanno già nascendo, nel cosmo, ad una nuova vita. L’Eucaristia redime e fa Dio noi. Noi, morendo, concorriamo con Cristo alla trasformazione del cosmo; la natura risulta quasi proseguimento del corpo di Gesù, poiché egli, incarnandosi, ha assunto la natura umana, nella quale confluisce tutta la creazione.

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